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Cinema

I fratelli Russo contro i puristi della sala: “Il cinema è un spazio sacro? E’ una st**nzata!”

Published by
Leonardo Marcucci

Anche i fratelli Russo si esprimono in merito alla questione della sala cinematografica, prendendo una decisa posizione

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Negli ultimi mesi vi abbiamo spesso parlato della crisi della sala, riportando le sempre più frequenti dichiarazioni provenienti da registi o attori. Questa volta è il turno dei fratelli Russo che, in occasione dell’uscita esclusiva su Netflix del loro nuovo The Grey Man con Ryan Gosling e Chris Evans, hanno voluto dire la loro sull’ormai annosa questione: “Quello che ci ha sempre emozionato di più è ‘come si fa a portarlo avanti?’ Questo fa parte della nostra filosofia in termini di non fare i preziosi per quanto riguarda la distribuzione nelle sale. Come ci si allontana dai vecchi modelli? Come si arriva pubblico che non è stato coinvolto prima? Questa è tutta la roba più interessante per noi. Il cinema d’autore compie 50 anni a questo punto. È stato concepito negli anni ’70. Siamo cresciuti con quello. Eravamo bambini, era davvero importante per noi. Ma siamo anche consapevoli che il mondo ha bisogno di cambiare e più cerchiamo di impedire che cambi, più creiamo caos. Non spetta a nessuno rifiutare le idee della prossima generazione. Siamo in crisi in questo momento perché tutti sono in guerra tra loro. Andare al cinema è poi fottutamente costoso. Quindi, l’idea che è stata creata – a cui ci aggrappiamo – che il cinema è un spazio sacro, è una st**nzata. Il punto in cui la distribuzione digitale è preziosa, oltre a quanto ho detto prima su come ha spinto la diversità, è che le persone possono condividere account; possono ottenere 40 storie per il costo di una storia”. Le dichiarazioni dei due registi di Avengers Infinity Wars (2018) sono perfettamente in linea con quell’approccio fresco e moderno che li caratterizza nei loro progetti, ma rischiano di semplificare eccessivamente dei temi complessi, quali la scomparsa del cinema d’autore e l’importanza della visione in sala.

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Leonardo Marcucci