I due farmaci valutati durante la prima fase della pandemia sono stati sconsigliati dalla Oms nella lotta al Covid: i motivi.
Mancano prove sufficienti, e il loro utilizzo non sembra al momento in grado di portare miglioramenti importanti per i pazienti sottoposti a cure con questi farmaci.
La Oms con queste motivazioni ha raccomandato di sospenderne l’uso per i pazienti con Covid lieve o moderato. Gli esperti internazionali che compongono le linee guida della Oms, come riportato da “Bmj”, si sono basato sull’analisi di dati da studi clinici e studi randomizzati controllati. Le conclusioni avrebbero quindi portato ad un dato abbastanza chiaro. Tutte le persone ben informate sceglierebbero di non ricevere tali farmaci. La conseguenza è che usciranno definitivamente dalla lista delle “armi” utilizzate o in qualche modo sperimentate alla comparsa del Covid.
I farmaci fluvoxamina e colchicina, entrambi low cost, erano stati sperimentati nella prima fase della pandemia per il trattamento dei pazienti. Dopo anni di valutazioni, e in molti casi di rifiuti da parte dei pazienti al trattamento, la Oms ha deciso di sconsigliarli per i casi moderati. Non ci sarebbero solo gli effetti considerati poco influenti alla base della decisone.
Entrambi potrebbero infatti comportare potenziali danni, e l’incertezza sugli effetti che potrebbero avere ha spinto la Oms a tagliarli fuori dalla lotta al virus. Non ci sono invece indicazioni sull’utilizzo nei pazienti gravi. La sperimentazione sarebbe così povera di elementi e di casistiche da non essere stata affrontata. Anche in Italia si era aperto un dibattito sull’utilizzo di fluvoxamina e colchicina, che in alcuni casi erano state fortemente indicata per tentare una strada differente e immediata. Dopo anni però la “sentenza” sembra essere definitiva.