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Cronaca

Papa Francesco, le parole per il Canada: “No alle assimilazioni culturali”

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Francesco Gnagni

Al termine dell’Angelus Papa Francesco ha anticipato il suo viaggio in Canada esprimendo solidarietà alle popolazioni indigene del Paese, e scagliandosi contro le “politiche di assimilazione culturale”. 

(Ansa)

“Purtroppo in Canada molti cristiani, compresi alcuni membri di istituti religiosi, hanno contribuito alle politiche di assimilazione culturale che in passato hanno gravemente danneggiato in diversi modi le comunità alternative“, ha affermato Bergoglio al termine della recita dell’Angelus, anticipando il Viaggio apostolico nel Paese del Nord-America la prossima settimana, dal 24 al 30 luglio, il cui tema sarà “Camminare insieme”.

Da mesi nel Paese si dibatte infatti dei terribili ritrovamenti delle fosse comune vicino “le scuole residenziali” religiose, che coinvolgono quindi il ruolo della Chiesa, all’epoca in stretta vicinanza con lo Stato canadese e con le istituzioni pubbliche. Una situazione verso cui Papa Francesco ha già più volte provato a svolgere un ruolo attivo nel percorso di riconciliazione. Si stima infatti che siano stati circa 150mila i bambini indigeni costretti a frequentare scuole residenziali, gestite per il 60 per cento circa dalla Chiesa cattolica.

Le parole del Papa per il Viaggio in Canada

“Ora mi accingo a compiere un pellegrinaggio penitenziale, che spero con la grazia di Dio possa contribuire al cammino di guarigione e di riconciliazione intrapreso già”, ha continuato il Papa. “Domenica prossima, Dio piacendo, partirò per il Canada, per questo desidero rivolgermi agli abitanti del Paese”, e “verrò tra voi soprattutto nel nome di Gesù per abbracciare le popolazioni indigene”, ha proseguito rivolgendosi proprio ai canadesi. Ricordando che “per questo recentemente ho ricevuto in Vaticano alcuni gruppi di rappresentanti di popoli indigeni ai quali ho manifestato il mio dolore e la mia solidarietà per il male che hanno subito”.

Le parole di Bergoglio arrivano dopo l’espressione di vicinanza al popolo dello Sri Lanka. “Cari fratelli e sorelle mi unisco a voi nella preghiera ed esorto tutte le parti a cercare una soluzione alla crisi, in particolare a favore dei più poveri e rispettando i diritti di tutti”, sono le parole indirizzate al Paese dal Pontefice. “Mi associo ai capi religiosi nell’implorare tutti dall’astenersi da ogni forma di violenza e di avviare un processo di dialogo per la ricerca del bene comune”.

Francesco ha infine espresso ancora una volta la sua vicinanza “alla martoriata popolazione ucraina colpita ogni giorno da una pioggia di missili”. “Come si fa a non capire che la guerra crea solo distruzione e morte, allontanando i popoli e uccidendo la verità e il dialogo?“, è la domanda di Francesco. “Prego e auspico che tutti i negoziatori internazionali si diano veramente da fare per riprendere i negoziati e non per alimentare l’insensatezza della guerra”

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Francesco Gnagni