Stipendi, lo scandalo degli statali e non solo: scatta la furia

Stipendi, nasce la polemica per quanto riguarda quello che percepiscono gli statali e non solo. Tutto quello che serve sapere.

Negli ultimi giorni il noto quotidiano ‘Corriere della Sera‘ ha voluto fare il punto della situazione per quanto riguarda gli stipendi multimilionari da parte di alcuni manager e capi d’azienda. In quel caso aveva fatto molto rumore il salario medio dei dipendenti comuni.

Lo stipendio degli statali fa infuriare e non poco
Stipendi, parte il caos che riguardano gli statali (Ansa Foto)

In quel caso il reportage portava la firma di Milena Gabanelli. Un argomento che ha suscitato molto interesse e soprattutto una marea (inevitabile) di critiche.

A quanto pare la stessa giornalista voleva precisare una cosa, ovvero menzionare il fatto che moltissime persone guadagnano milioni di euro rispetto ad altre persone che quelle cifre non le potranno mai vedere neanche se avessero a disposizione 3 vite. Il paragone può fare impressione. Sarebbe assurdo il contrario in effetti. Anche se non è ben chiaro quale possa essere il rimedio a tutto questo.

Stipendi, il grande scandalo degli statali

Stipendio statali e non solo
Stipendi, parte il caos che riguardano gli statali (Ansa Foto)

Tanto è vero che il quotidiano ‘Libero‘, di conseguenza, si è domandato come si possa fare per cercare di trovare un piano di equilibrio che possa soddisfare tutti. Sono state lanciate alcune idee (tra queste provocatorie). Quali? Che il potere pubblico imponga alle imprese di non pagare più di tanto i propri dirigenti. Oppure effettuare il calmiere nazionale delle buonuscite e l’equo canone dei bonus.

Una cosa che non è chiara, invece, è per quale motivo non si mette a confronto la pochezza dei salari comuni rispetto a quelle retribuzioni considerate “top”, invece che la somma di sprechi e di soldi buttati. In questa categoria fanno parte anche coloro che hanno uno stipendio statale che hanno uno stipendio che può significare anche una “ingiustizia sociale”.

Il quotidiano, infatti, ha voluto chiudere con la vena piuttosto polemica: “La differenza non è da poco visto che uno è remunerato dall’impresa, mentre altri li paghiamo noi”.

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