Gas, la situazione rischia di precipitare: i segnali non sono incoraggianti

Giovedì dovrebbero terminare i lavori di manutenzione al gasdotto Nord Stream: si attendono sviluppi ma i segnali non sono per niente positivi.

C’è una data già fissata che potrebbe fare da spartiacque nella vicenda del gas. L’Europa attende, ma i segnali in arrivo non sembrano al momento invertire le sensazioni, tutt’altro che positive.

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Notizie per niente positive sul fronte del gas © Ansa

La manutenzione del gasdotto Nord Stream secondo programmi dovrebbe concludersi giovedì, e di fatto il gas potrebbe tornare a disposizione ponendo un piccolo freno alla corsa dei prezzi e all’emergenza. I segnali in arrivo però non sono incoraggianti. Se Mosca dovesse per qualche motivo segnalare che i lavori proseguiranno, o del tutto bloccare il gas, l’emergenza diventerebbe ancora più preoccupante.

La notizia che rischia di cambiare gli scenari arriva infatti da una nota diffusa da Gazprom. In merito alla vicenda che riguarda il Canada, deciso a chiudere un occhio sulle sanzioni restituendo le turbine destinante al gasdotto Nord Stream alla Germania, la nota società ha chiarito che non esistono documenti che permettono a Siemens di riportare dal Canada la turbina per Portrovaya. In sostanza le turbine Nord Stream riparate che si trovano vicino a Montreal sarebbero dovute tornare in Germania per supportare la capacità dell’Europa di accedere al gas, ma resta tutto al momento bloccato. Il segnale è preoccupante, e avrà riflessi potenzialmente molto pericolosi. 

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Settimana cruciale sul fronte della crisi del gas © Ansa

Nord Stream rischia quindi di non tornare a pieno regime neanche giovedì, e i riflessi sarebbero pesanti. L’obiettivo dell’Italia e più in generale delle nazioni europee è di arrivare all’80% nell’accumulo di scorte di gas per l’inverno, e al momento nella nostra nazione si registra un 65%. Senza i flussi Nord Stream sarebbe impossibile raggiungere la quota stabilita, e i sacrifici sarebbero quindi indispensabili.

Si assisterebbe quindi ad un taglio dei consumi con settori come quelli chimici, della ceramica e del vetro, quindi quelli che consumano di più, costretti a tagli pesanti. Anche gli edifici potrebbero essere interessati, con temperature di riscaldamento abbassate per poter gestire le risorse al meglio. Segnali poco incoraggianti quindi, in una settimana che potrebbe essere decisiva, e che da Bruxelles guardano con preoccupazione per capire come intervenire.

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