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Cronaca

Il caldo non rallenta la pandemia: allarme contagi

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Mauro Simoncelli

A differenza degli anni scorsi, questa volta non sembra rallentare la corsa della variante Omicron 5. Proviamo a capirne i motivi

In queste ultime settimane calde di inizio estate, il numero dei positivi al Covid 19 è tornato ad impennarsi in maniera preoccupante al contrario delle annate scorse quando il virus tendeva a regredire per poi tornare vigoroso tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno.

Il virus del Covid ha ripreso a circolare nonostante l’estate –

Per fortuna il numero di pazienti gravi ricoverati in ospedale è ancora contenuto, sebbene in crescita, ma i dati invitano comunque alla prudenza e allora anche i virologi cominciano a chiedersi il motivo per cui questa volta l’infezione sta accelerando invece di rallentare nonostante la bella stagione inviti a stare all’aperto e non in luoghi chiusi e quindi più pericolosi.

L’estate non ferma i contagi

In questi ultimi giorni i contagi sono purtroppo in forte crescita e i nuovi positivi registrati sono oramai arrivati a sfiorare quota 100mila, quasi il doppio di quelli che si rilevavano la settimana precedente. Per fortuna, però, il numero di pazienti gravi ricoverati in ospedale è ancora contenuto, perché la sintomatologia che colpisce i nuovi positivi si limita ad un paio di giorni di febbre accompagnata da dolori muscolari e ossei vari, ma i dati invitano comunque alla prudenza. E ora ci si chiede come sia possibile questa nuova ondata di contagi nonostante il gran caldo stia avanzando invece di retrocedere.

Cosa può essere cambiato rispetto alle estati precedenti

L’anomalia rispetto ai due anni precedenti è che questa volta nei mesi caldi il virus non sta rallentando la sua corsa. Sostanzialmente perché a giugno del 2020 e del 2021 le persone si comportavano con maggiore cautela. Sappiamo che poi nel mese di agosto si allentavano di più le misure di sicurezza, e non a caso puntualmente si registrava una ripresa del virus. Adesso abbiamo abbassato la guardia molto prima di agosto, complice anche un caldo anomalo già dal mese di maggio, e oltretutto siamo di fronte ad un virus molto più trasmissibile.

L’unica precauzione resta quella di fare attenzione

La probabilità che il contagio avvenga di più tra le persone in un ambiente chiuso è molto più alta questo è risaputo, ma all’aperto, nonostante ci sia più aerazione e le particelle di droplet non saturano l’ambiente, il rischio zero non esiste. Il contagio può avvenire anche all’aperto, soprattutto se c’è assembramento. Ecco perché restano a rischio feste, concerti e sale da ballo dove la concentrazioni di persone anche se all’aperto è molto elevata.

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Mauro Simoncelli