In un’intervista l’ex giocatore degli Orlando Magic e dei Los Angeles Lakers si autoelogia senza giri di parole.
Carattere esplosivo e autoconvinzione massima. Non ha nessun dubbio, Shaquille O’Neal. Personaggio straordinario. Si è dato da solo una definizione niente male: “Sono io il giocatore più decisivo di sempre!”.
Potenza incredibile, fisicità dominante e anche l’Hack-a-Shaq, la strategia utilizzata dalle squadre avversarie per fargli sistematicamente fallo e mandarlo in lunetta per sfruttare le sue basse percentuali ai liberi. Una “soluzione” inventata prima ancora da Don Nelson, ex allenatore dei Dallas Mavericks, per complicare la vita ai Chicago Bulls (in quel caso i falli erano tutti su Dennis Rodman). Shaquille O’Neal, gigante di 216 centimetri, era aiutato dalla stazza e da un atletismo invidiabile per un big man del genere. Uno dei centri più dominanti della sua epoca e non solo, tra i migliori All-Time.
Fosse per lui non ci sarebbero proprio dubbi: “Sono il giocatore più decisivo di sempre. Avete mai sentito l’Hack-a-Shaq? Ero dominante, mi hanno riconosciuto come una forza“. Sì, della natura. Ha conquistato tre anelli di fila tra il 2000 e il 2002 insieme a Kobe Bryant, compagno e altro campione indiscutibile della storia del basket americano. Due leggende in coppia. Shaq ha chiuso la carriera con 1207 partite giocate, 23,9 punti di media (59% al tiro) e 10.9 rimbalzi di media.