Una cinquantenne statunitense della West Virginia era entrata in coma cerebrale a seguito di una tremenda aggressione subita rimasta sempre avvolta nel mistero. Dopo un lungo percorso riabilitativo la donna è riuscita a svelare il nome del suo assalitore
L’efferato crimine era avvenuto due anni fa a Cottageville, in West Virginia. Lì una donna di 50 anni, Wanda Palmer, era stata aggredita brutalmente con un machete da una persona ignota ed era stata lasciata in condizioni disperate con profonde ferite di arma da taglio lungo tutto il corpo.
Sembrava non ci fosse più niente da fare per lei, ma non ha mai smesso di lottare per la propria vita. Così i medici sono riusciti prima a strapparla da morte certa, sebbene il bollettino parlasse di coma cerebrale ed è stata poi ricoverata in un ospedale di New Martinsville. Nel corso di questi due anni però Wanda ha continuato a crederci, combattendo per riprendersi. E gradualmente è riuscita a risollevarsi, cominciando pure a pronunciare le prime parole.
Tra queste, ha detto anche il nome del suo presunto aggressore. Si tratterebbe di suo fratello minore Daniel Palmer, accusato di averla aggredita con quel machete con l’obiettivo di ucciderla. L’uomo è stato immediatamente arrestato con l’accusa di tentato omicidio, come confermato dallo sceriffo Ross Mellinger. Già due anni fa per la dinamica dell’accaduto i sospetti erano ricaduti su qualche familiare, ma l’assenza di prove aveva fatto sì che non ci fosse nessun vero accusato: “Avevamo un’idea – ha spiegato lo sceriffo – di cosa fosse successo, ma non c’erano testimoni oculari, nessuno viveva nella residenza, nessun filmato di sorveglianza e nessun tabulato telefonico. Non c’erano prove, non c’era quasi nulla su cui costruire per andare avanti nelle indagini“. Adesso un nome c’è, ma bisognerà vedere se le prove reggeranno. Gli avvocati di Daniel Palmer infatti cercheranno di far emergere la poca attendibilità della donna dopo due anni di coma cerebrale.