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Energia, l’esperto di Limes: “L’accordo con l’Algeria? Conveniente, ma chi pensa di far fuori Mosca…”

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Paolo Colantoni

Matteo Giusti, di Limes, giudica il contratto tra il nostro Paese e l’Algeria: “Positivo, ma tra Gazprom e Sonatrach c’è un legame forte”

“L’accordo tra Algeria e Russia? Se verrà rispettato sarà vantaggioso per l’Italia. Ma tutto ciò non porterà ad escludere la Russia, che è molto legata all’Algeria”. Matteo Giusti, giornalista di Limes, la più importante rivista di geopolitica italiana, spiega nel dettaglio l’accordo tra il nostro Governo e quello algerino. Tra i tanti aspetti positivi e i dubbi legati al forte legame esistente tra Mosca e l’Algeria: “Un importante alleato per Mosca”. 

Il premier Draghi ad Algeri per un vertice intergovernativo: firmate 15 intese © Ansa

Partiamo dall’accordo stipulato in Algeria. “Il giudizio è positivo. L’accordo potato a casa è ottimo per la tempistica. Il nostro Paese riuscirà ad aumentare di 4 miliardi di metri cubi il gas liquefatto già nei prossimi mesi e parliamo di un risultato insperato. Ad Aprile si era stabilito questo aumento ma non si era data una tempistica così stretta. Ma il risultato non è stato vantaggioso solo per questo motivo: è stato rinforzato il rapporto con l’Algeria, grazie al coinvolgimento di una vera e propria task force, che comprendeva Draghi e ben sei Ministri. L’accordo quindi non riguarderà solo il gas, ma anche la stabilizzazione della Libia, la lotta al jihadismo nel Sael, la migrazione, la difesa del patrimonio artistico e la transizione energetica. Si punterà molto alle rinnovabili e l’Algeria diventerà fondamentale per questo”.

L’Italia e il Paese africano hanno quindi stilato un accordo che porterà numerosi vantaggi. Per entrambe le nazioni. “L’Algeria diventerà il primo fornitore per l’Italia scalzando la Russia, che continuerà a diminuire la sua produzione. Insieme all’Algeria il Governo lavora con l’Azerbaigian che è già al 10%, il Qatar con cui ha un accordo di massima e aumentarà il gasdotto che viene dalla Turchia. Tutto in funzione anti Russia in vista di una guerra che non finirà a breve”. Eliminare la dipendenza dalla Russia, sembra il primo obiettivo del nostro Paese.La dipendenza verso Mosca era significativa. L’Italia esportava dalla Russia circa il 40% del gas. Per diversi motivi: intanto era più comodo, perchè passare via terra è sempre la scelta migliore; poi c’erano rapporti ottimi che avevano permesso al nostro Governo di strappare una cifra più bassa rispetto a quanto la Russia faceva pagare gli altri stati. Mosca era considerata la scelta più stabile”.

E ora, con l’Algeria sarà la stessa cosa?Anche l’Algeria regala una sensazione di stabilità e di serietà, ma ci sono degli aspetti che non possono essere sottovalutati. l’Algeria è ben lontanba dall’essere considerata un Paese democratico. Ha un presidente autocratico, un esercito e dei servizi segreti onnipresenti e un’opposizione che non partecipa alla vita politica. E poi c’è un fattore che è giusto evidenziare. L’Algeria è molto legata alla Russia. Per motivi economici, territoriali e commerciali. E’ uno dei pochi Stati a non aver condannato l’occupazione russa dell’Ucraina, insieme all’Egitto, la Tunisia e altri Paesi come la Turchia e l’Arabia Saudita”.

Matteo Giusti di Limes – Facebook –

C’è quindi la possibilità che il contratto tra Italia e Algeria non escluda in modo definitivo Mosca. Il nostro Paese ha siglato un accordo con Sonatrach, il massimo produttore di gas algerino. “Sonatrach legata alla Gazprom? E’ tutto vero. A maggio c’è stata la visita di Lavrov ad Algeri e i due Stati hanno festeggiato i sessant’anni di amicizia. Con l’occasione è stato stipulato un nuovo accordo tra Sonatrach e Gazprom per l’esplorazione di tre nuovi siti e soprattutto la Russia ha lodato la politica estera algerina”. Quindi l’Italia fa di tutto per liberarsi dalla dipendenza russa, accordandosi con chi ne è molto legata? “In realtà l’Italia ha stipulato un accordo con un vero e proprio alleato della Russia. La sua visione geopolitica è molto simile a quella di Mosca. Ma credo che non si potesse fare altrimenti”.

 

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Paolo Colantoni