La rottura fra Letta e Conte sembra ormai insanabile e scontata: ecco quali potrebbero essere le mosse del Pd, alcune molto rischiose.
Un terremoto politico, in una settimana in cui non solo è cambiato l’esecutivo, ma nella quale per molti partiti ci sarà da ripartire da alleanze, accordi, mosse che sembravano scontate e adesso invece sono state cancellate dalle scelte sul futuro di Draghi.
Il problema più grande, almeno al momento, sembra averlo il Pd. Se il centrodestra sembra più unito, per Letta i problemi non sembrano mancare. La rottura con il Movimento sembra insanabile, anche per via di alcune parole che permettono di fare marcia indietro. “Tradimento”, o ancora “differenze nette”, sono termini che non consentono di ricucire uno strappo che per le elezioni in Sicilia sarà evitato, ma poi sarà più che ufficiale, anzi già lo è. Il Pd non vuole e per certi versi non può correre da solo. Ecco quindi che si aprono diversi scenari, fra formule, accordi, strette di mano difficili che dovranno per forza essere discusse all’interno del partito. E non sarà semplice.
Per il Pd diventa scordato guardare al centro. La maggioranza del partito spinge per una alleanza che possa andare da Renzi a Calenda, e con un occhio vigile alle mosse di Toti, ma anche di Di Maio e di quelle figure che sono già uscite da Forza Italia. L’obiettivo potrebbe essere quello di provare a sviluppare l’agenda di Mario Draghi, ma le differenze di vedute sono molte.
Gli scenari sono quindi tre. Il primo è un listone per presentarsi sia nei collegi che nel proporzionale ma con un rischio concreto di perdere voti. Il secondo sarebbe una coalizione in piena regola, ma il Pd sarebbe favorito rispetto agli alleati, per i quali non sarebbe semplice accettare tale posizione per certi versi scomoda. La terza, che non è affatto da sottovalutare, è la possibilità che ognuno vada per conto proprio tentando di allearsi in seguito. Renzi e Calenda non sottovalutano tale opportunità, che è osservata con interesse da quelle figure in uscita da Forza Italia. I problemi in generale restano però molti. Chi farà il premier in caso di grande coalizione, e quali potrebbero essere i rischi e gli equilibri da mantenere in caso di una grande coalizione? Letta non ha più tempo, dovrà gestire eventuali mal di pancia dopo le elezioni in Sicilia, e poi correre. Ancora non è chiaro con chi, ma la campagna elettorale nel centrodestra è già partita, e il Pd non può più perdere tempo.