La sorpresa che in pochi si aspettavano. L’ex toga Antonio Ingroia, già avviatore in passato di un partito di sinistra, si candiderà alle prossime elezioni con un movimento di “sovranisti”, le cui posizione su gran parte dei temi politici e sociali sono tutt’altro che moderate.
Intervistato dal quotidiano La Verità, l’ex toga rossa ha spiegato che si candiderà nel movimento politico “Uniti per la Costituzione” insieme al “comunista” Marco Rizzo, che negli ultimi tempi spesso in televisione e sui media ha spiegato di non essere affatto in accordo con la narrazione globalista, europeista e cosmopolita che oggi domina nelle grandi organizzazioni internazionali.
“Noi siamo pronti”, ha detto Rizzo in riferimento alle prossime elezioni del 25 settembre, spiegando che da subito inizieranno a raccogliere firma e che sotto la sigla del loro movimento ci saranno esponenti impegnati alla ricostituzione di “un’Italia sovrana”, oltre che “di chi vive del proprio lavoro”. Insomma, una sinistra radicale con tutti i presupposti per aggregarsi a movimenti di destra, magari agli stessi “sovranisti” di Lega e Fratelli d’Italia, vista la comunanza di posizioni.
Non a caso, nella lista figurano ex leghisti come Francesca Donato, nota per le sue posizioni cosiddette “no vax”, ma anche a personaggi che lo stesso quotidiano diretto da Maurizio Belpietro definisce come “filoputiniani”. Insieme a loro, Antonio Ingroia, che nel 2013 aveva fondato il suo personale movimento dal nome “Rivoluzione civile”. Proposta politica, però, che sparì in poco tempo, visti gli scarsi risultati elettorali.
Tuttavia, “al contrario di altri colleghi non ha provato a tornare da mamma magistratura”, spiega La Verità. “Si è fatto avvocato e pure rosso-bruno. Una bella transizione. Difende Gina Lollobrigida, ha sposato un’organizzatrice di eventi per i media e vive per molti mesi ai Caraibi. Insomma, più che un radical chic è diventato molto pop. Lui forse preferirebbe populista”.
Lo stesso Ingroia, però, spiega che “l’etichetta di estremista è un marchio di comodo che mi hanno appiccato per ghettizzarmi”, visto che lui stesso sostiene di non avere mai votato comunista, di essere stato vicino ai movimento studenteschi, in quanto “libertario di sinistra”. “Oggi mi definirei post-ideologico”, spiega, mentre pone l’importanza sul “tema della sovranità di cui il popolo italiano è stato espropriato”, che considera “prioritario nell’Italia di oggi”.
Ma non c’è solo il sovranismo. Il green pass, “un intollerabile strumento di compressione dei diritti”. La vaccinazione obbligatoria anti-Covid, “sono contrario”. L’euro? “Fuori dal cappio, senza rimanere strozzati”. Pure filoputiniano? “Siamo tutti filoputiniani in Uniti per la Costituzione”, risponde ridendo a La Verità. “Certamente non sono filoatlantista. E a mio giudizio uscire dalla Nato è l’unico modo di restituire sovranità e indipendenza all’Italia. Che non deve essere più una colonia Usa”.