Il presidente 5S: “Un governo fondato sul decisionismo autoreferenziale non poteva che saltare. All’Italia servono agenda sociale e ambientale”
Giuseppe Conte a ruota libera. In un’intervista a La Stampa e sul Secolo XIX il presidente del Movimento Cinque Stelle ne ha per tutti. “Il Pd è arrogante. I progressisti siamo noi. Sul terzo mandato c’è la disponibilità di tutti di fare la cosa più giusta per il Movimento». Avvocato del Popolo con simpatie leghiste nel Conte Uno, centrista con lieve strabismo mancino nel Conte Due, malpancista draghiano nel Conte accantonato, infine eco-warrior e difensore dei deboli nella tragicomica estate pre-elettorale. Un Giuseppe Conte insolitamente amaro spiega come intende rimettere assieme i cocci del Movimento Cinque Stelle. E risponde infastidito a Letta, che lo accusa di tradimento (campo largo addio), scavalcando lui e i suoi dem a sinistra. “Proteggiamo i poveri, facciamo pagare i ricchi“.
Questi due mesi che lo dividono dal voto del 25 settembre sono la sua ultima chance per dimostrare il contrario. Presidente Conte, ha ucciso lei il governo Draghi? “Davvero pensa siamo stati noi?» Direi che è una delle ipotesi più accreditate. Per citare Letta: Conte è Gavrilo Princip che spara al duca Francesco Ferdinando scatenando la Prima guerra mondiale. «Veramente il primo colpo di questa crisi l’ha sparato chi ha inserito nel decreto sugli aiuti una norma sull’inceneritore di Roma sapendo perfettamente di mettere due dita negli occhi al Movimento e di attaccare le nostre battaglie decennali per l’ambiente, la transizione energetica e l’economia circolare“.
Letta, semplificando molto, le ha dato del traditore. “Ma io l’unico impegno l’ho preso con i cittadini. I nostri obiettivi sono chiari: portare avanti le battaglie sulla giustizia sociale e sulla tutela ambientale. Come avevamo spiegato sin dal primo momento erano queste le ragioni del nostro appoggio al governo Draghi: difendere le nostre riforme su ambiente e giustizia sociale». Traditore è brutto. Non le fa male? “È un’infamia, ma non mi fa male. Credo piuttosto che sia la spia di un certo modo di fare politica che non è il mio. Come Movimento siamo sempre stati lineari e coerenti. Interrogo spesso la mia coscienza e so che posso guardare i cittadini italiani diritto negli occhi“. Il campo largo non esiste più. “L’ho sempre detto. Non si può pensare di definire con arroganza un perimetro di gioco e stabilire arbitrariamente chi vi è ammesso. Ho sempre invitato a considerare la necessità di misurarsi con l’agenda sociale e ambientale che serve all’Italia. E da lì non mi muovo“.
Non ha risposto. “Ora ci arrivo. Col Conte 2 abbiamo salvato un milione di persone dalla povertà, ottenuto 209 miliardi dall’Europa e fatto crescere il Pil del 6,6%. Tutto questo grazie alla nostra agenda che ci definisce come i veri progressisti». Dopo le dimissioni di Draghi il decreto Aiuti è passato da dieci a tre miliardi. “Con noi sarebbe salito a trenta. Ora la cosa importante è avere un governo che appena si insedia a ottobre abbia la forza e la capacità di affrontare una manovra finanziaria politicamente coraggiosa“. È diventato sinceramente di sinistra. “Sono un cattolico democratico di formazione e progressista convinto“. Davvero il reddito di cittadinanza le piace così com’ è? “Qualsiasi riforma va calibrata nel corso del tempo, però bisogna intendersi: un conto è renderla più efficace, un altro cercare di smantellarla come vogliono fare Italia Viva e Fratelli d’Italia che continuano a comportarsi come se la povertà non esistesse». Il ministro Di Maio ha detto a La Stampa: con Conte il Movimento ha perso 11 milioni di voti e regalato il potere alla destra. “Ma davvero vuole che risponda a battute di questo livello?“. Mi piacerebbe. “Di Maio forse dimentica che è stato lui a dimezzare in pochi mesi il consenso ottenuto nel 2018. Da lui mi sarei aspettato un maggiore senso di responsabilità, visto il delicatissimo ruolo istituzionale che ricopre. Invece non ha mai perso occasione per fomentare e contribuire a destabilizzare la maggioranza”