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Cronaca

Il Papa in Canada, un viaggio di “riconciliazione” con le comunità indigene

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Francesco Gnagni

Iniziato stamane il trentasettesimo viaggio apostolico del Papa in Canada, un “pellegrinaggio penitenziale” come lo ha definito Bergoglio stesso, oltre che una prova del suo stato di salute dopo i diversi rinvii delle settimane precedenti. 

(Ansa)

Non a caso con il Papa, salito sul volo in sedia a rotelle, viaggeranno anche un medico e un infermiere, pronti a monitorare in ogni momento le sue condizioni, non del tutto libere da problematicità, come ha dimostrato la precedente cancellazione del viaggio in Congo e Sud Sudan programmato dal 2 al 7 luglio.

Bergoglio stanzierà nel Paese del Nord America fino a sabato prossimo, per un’iniziativa che nasce al seguito dei cinque incontri che il Papa ha tenuto tra la fine di marzo e l’inizio di aprile con le popolazioni indigene canadesi: Métis, Inuit, First Nations e Métis Manitoba.

Il programma del Viaggio apostolico del Papa in Canada

Gli incontri saranno infatti per la maggior parte con rappresentanti dei popoli autoctoni, evitando agende troppo fitte di impegni per non peggiorare i problemi alla gamba destra. L’intento della visita da parte del Pontefice latinoamericano è quello di “incontrare e abbracciare” queste comunità, come indicato anche dal motto scelto per il viaggio, “Camminiamo insieme“.

Francesco vuole “contribuire al cammino di guarigione e riconciliazione intrapreso” con le comunità native, in particolare a causa delle “politiche di assimilazione culturale” intraprese in passato, anche da istituzioni cristiane e religiose all’epoca strettamente connesse allo Stato canadese. Una “mentalità coloniale”, come la descrivono i media vaticani, che Bergoglio stesso ha duramente criticato.

Il Pontefice ha infatti già manifestato in passato “dolore e vergogna per il ruolo che diversi cattolici, in particolare con responsabilità educative, hanno avuto in tutto quello che vi ha ferito, negli abusi e nella mancanza di rispetto verso la vostra identità, la vostra cultura e persino i vostri valori spirituali”. Bergoglio, rivolgendosi alle comunità native si era definito “molto addolorato”. “È evidente che non si possono trasmettere i contenuti della fede in una modalità estranea alla fede stessa”, aveva poi spiegato.

L’arrivo è previsto intorno alle 19,20 ora italiana, dopo il decollo dall’Aeroporto di Roma Fiumicino alle 9.16. Le tappe della visita sono Edmonton, Quebec e Iqaluit, e in queste Bergoglio pronuncerà nove discorsi in sei giorni. Francesco è il secondo Pontefice a visitare il Canada, dopo San Giovanni Paolo II che nel 2002 prese parte alla XVII Giornata mondiale della gioventù a Toronto. Il 26 luglio prossimo in particolare Francesco celebrerà in territorio canadese, con la Messa al Commonwealth Stadium di Edmonton, la memoria liturgica di Sant’Anna, ricordando la particolare devozione delle popolazioni autoctone verso la nonna di Gesù.

La devozione a Sant’Anna e il triste capitolo delle “scuole residenziali”

Dopo la celebrazione eucaristica, infatti, Bergoglio parteciperà al tradizionale pellegrinaggio al Lac Ste. Anne, in cui da secoli migliaia di devoti di Sant’Anna si radunano nella settimana del 26 luglio per pregare e bagnarsi nelle acque del lago per chiedere guarigioni. Qui Bergoglio presiederà con i fedeli una Liturgia della Parola. L’ultimo giorno, prima della partenza in aereo alle 12.45, il Papa raggiungerà Iqaluit, dove incontrerà alcuni membri della Compagnia di Gesù e una delegazione di indigeni presenti in Québec.

A seguire, Bergoglio incontrerà alcuni alunni delle tristemente celebri ex scuole residenziali, strutture istituite all’epoca dal governo canadese e affidate alle Chiese cristiane, nato a fine Ottocento e mantenuto fino alla seconda metà del secolo scorso ma soprattutto un luogo di dolore per quanto accaduto lungo tutti questi decenni. I bambini delle comunità indigene che le frequentavano venivano infatti prelevati con forza dalle loro case per apprendere la cultura occidentale. Lì veniva impedito loro di parlare nella propria lingua di nascita e seguire la propria fede religiosa, in strutture sovraffollate, con scarse condizioni igienico-sanitarie e senza un’assistenza medica.

Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha descritto ai microfoni di Vatican News il viaggio del Papa come un appuntamento “molto desiderato al centro del quale ci sarà l’abbraccio con le popolazioni indigene e con la Chiesa locale”. Le parole chiave degli incontri saranno infatti “vicinanza, perdono, riconciliazione, fraternità, speranza”, nel tentativo di imboccare un “cammino di guarigione” davanti a quelli che in passato sono stati atti che “hanno gravemente danneggiato, in diversi modi, le comunità native”.

Il Papa ha incontrato in Vaticano un delegazioni dei Popoli Indigeni del Canada (Ansa)

Il tweet inviato da Francesco in mattinata lo spiega perfettamente. “Cari fratelli e sorelle del Canada, vengo tra voi per incontrare le popolazioni indigene. Spero che, con la grazia di Dio, il mio pellegrinaggio penitenziale possa contribuire al cammino di riconciliazione già intrapreso. Per favore, accompagnatemi con la preghiera”.

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Francesco Gnagni