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Cronaca

Andrea Costantino e i 15 mesi da incubo nel carcere di Abu Dhabi

Published by
Mauro Simoncelli

Il 41enne milanese era stato arrestato nel marzo 2021 mentre era a Dubai con la compagna e la figlia piccola

Andrea Giuseppe Costantino ha lasciato il 31 maggio scorso la prigione di Al Wathba ad Abu Dhabi dopo una detenzione di 14 mesi, ma per adesso non può ancora lasciare il paese e rientrare in Italia senza aver pagato prima una cospicua cauzione.

L’imprenditore era stato accusato di aver collaborato con l‘organizzazione terroristica yemenita Movimento Houti, concludendo transazioni commerciali per l’acquisto e l’esportazione di derivati petroliferi.

Andrea Giuseppe Costantino –

Un incubo che non è ancora finito

La moglie era in spiaggia con la figlia, lui veniva prelevato dalla stanza di un albergo di Dubai da otto persone. È cominciato così l’incubo di Andrea Costantino, che dal 21 marzo 2021 è rimasto chiuso nella prigione di Abu Dhabi senza essere mai stato accusato formalmente né essere stato sottoposto ad un interrogatorio per capire di cosa fosse accusato. E il suo avvocato arabo Abdel Qadir Ismail aveva dovuto faticare non poco per scoprire quale fosse il capo d’imputazione: aiutare una organizzazione terroristica, un’accusa pesantissima. E’ stato rilasciato il 31 maggio scorso, la notizia è trapelata soltanto da pochi giorni, ma le autorità locali hanno fissato una sanzione pecuniaria di 500mila euro per lasciare il paese: Andrea, dopo tutto quello che ha passato, non è ancora un uomo libero a causa di quell’ammenda, della quale non sono ben chiare le ragioni”, sottolinea la compagna Stefania Giudice, che in tutti questi mesi ha continuato a lanciare appelli per la liberazione del suo compagno, “Quella cifra è al di fuori delle sue possibilità, perché in questi 16 mesi di vita sospesa ha perso tutto: risparmi, azienda e lavoro. Non può pagare ed è quindi obbligato al soggiorno forzato negli Emirati”

Una prigionia durissima

L’unità di crisi della Farnesina si era subito attivata per trovare una soluzione, ma nonostante questo per oltre un mese si erano di fatto perse le tracce del trader. Poi il trasferimento nel carcere Al Wathba ad Abu Dhabi per una detenzione che si è rivelata durissima. “E’ stato trasferito in un seminterrato caratterizzato da pessime condizioni igieniche, dove mi ha detto di essere stato morso da un topo. Gli è stato somministrato il siero antitetanico ed è sotto antibiotici”. Una situazione che sta mettendo a dura prova il suo fisico dal momento dell’arresto ha perso oltre 30 chili, arrivando a pesarne 51“, aveva raccontato l’ambasciatore italiano ad Abu Dhabi, Nicola Lener, che finalmente era riuscito ad incontrare l’imprenditore.

Le prime parole dopo il rilascio

Anche se la battaglia per tornare il Italia per Andrea non è ancora finita, le sue prime parole dopo essere stato liberato sono portate alla speranza: “Sono vivo e questa è la cosa più importante, ma è stata dura, durissima sotto tutti i punti di vista. Sono successe troppe cose, ogni giorno passato lì dentro  mi ha tolto un pezzo d’umanità. Ero entrato empatico, ne sono uscito prosciugato e cambiato !”

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Mauro Simoncelli