Arriva una versione dei fatti differente da quella raccontata fino ad ora: continuano intanto le indagini sulle testimonianze dei presenti.
Una sola versione, fino a questo momento abbastanza chiara. Nello scontro fra le due imbarcazioni all’Argentario un uomo è purtroppo deceduto, mentre una donna risulta ancora dispersa, e col passare delle ore le speranze purtroppo si riducono.
I superstiti hanno iniziato a dare la loro versione dei fatti. Hanno raccontato che quel motoscafo viaggiava a velocità folle, e che a bordo non sembrava esserci nessuno. La sensazione delle persone in barca a vela è che nessun tentativo di manovra sia stato effettuato per evitare la collisione. L’impatto è stato quindi violentissimo, e le indagini vanno quindi in una sola direzione. La procura di Grosseto ipotizza infatti che quel motoscafo viaggiasse con il pilota automatico inserito, rendendo di fatto impossibile vedere ed evitare la barca a vela. Risulta quindi indagato il pilota danese, e al momento il fascicolo aperto dalla procura ipotizzerebbe i reati di naufragio e omicidio colposo. Arriva però anche la versione di chi era sul quel motoscafo che viaggiava ad alta velocità, e va in direzione totalmente opposta dalle dichiarazione dei superstiti in barca a vela.
Il silenzio dei presenti sull’imbarcazione di Per Horup è rotto dalle dichiarazioni sulla tv danese. Quelle accuse in arrivo dall’Italia e dai presenti sulla barca a vela sono rispedite al mittente in maniera durissima e con una frase choc. Nick Horup, figlio dell’uomo che ora è sotto indagine e rischia fino a 5 anni di detenzione, ribalta le tesi sostenute fino ad ora. Dopo aver chiarito che la tragedia non si sarebbe consumata a causa “del consumo di droga, alcol o velocità eccessiva”, arriva una pesante accusa.
Secondo Nick Horup l’imbarcazione italiana avrebbe compiuto una manovra sbagliata che avrebbe portato all’impatto, ma le norme marittime internazionali chiariscono che le barche a motore devono cedere il passo a quelle a vela. Il figlio dell’imprenditore danese ha inoltre ribadito che sebbene i membri del mezzo su cui viaggiava non abbiano subito danni fisici, l’impatto psicologico è molto forte. Accuse rispedite al mittente quindi, ma con un dato da non sottovalutare che sarà decisivo. Le due imbarcazioni sono sotto sequestro, e la perizia darà importanti novità sulla velocità e la rotta. Sarà questa la chiave per capire meglio quanto accaduto, mentre prosegue l’attività da parte della procura per acquisire nuove testimonianze.