Famiglie e imprese sono avvisate: nei prossimi mesi i prezzi delle bollette resteranno ancora alti e restano dubbi sui bonus. Ecco i motivi.
La tregua preventivata e tanto attesa non arriverà in tempi brevi. Le previsioni dopo la prima pesante ondata di aumenti non sono per niente positive.
Sono tanti gli aspetti da tenere infatti in considerazione. Il probabile stop del gas dalla Russia, il terremoto politico in Italia, e la necessità di portare avanti il Pnnr nonostante il governo dimissionario, sono tutti fattori che potrebbero rallentare o comunque influire sulla corsa dei prezzi. Le prospettive, a conti fatti, non sono per nulla rassicuranti, e a svelare quali potrebbero essere gli scenari dei prossimi mesi è stato il presidente di Arera.
In una intervista a Money.it, Stefano Besseghini ha spiegato quali sono i fattori da tenere in considerazione in vista dei prossimi mesi. Il focus è innanzitutto sul possibile stop delle forniture in arrivo dalla Russia. C’è un obiettivo chiaro, ed è raggiungere l’85% delle forniture di gas, impossibile da mettere insieme in caso di notizie negative. Neanche i buoni segnali in arrivo da Gazprom offrono rassicurazioni totali, per cui l’emergenza rischia di restare alta. Ci sono però altri fattori da tenere in considerazione, con sensazioni non del tutto positive.
Anche il terremoto politico che ha coinvolto l’Italia rischia di condizionare la vicenda. La fine dell’esecutivo guidato da Draghi può avere effetti pesanti, che per Besseghini, sul tema della proroga del bonus sociale, risiedono in un possibile “problema di coperture necessarie per prorogare la misura”.
Restano quindi due i problemi. Il primo è legato ad una emergenza che nei costi non sarà ancora controllabile. Il secondo è legato alla possibilità di accumulare scorte. “In caso di stop – ha affermato Besseghini in riferimento ai segnali inviati da Gazprom sul Nord Stream 1 – saremmo costretti a valutare interventi di consumo controllato”. In sostanza bisognerebbe dare il via ai razionamenti previsti nei piani di emergenza. La crisi, a conti fatti, non sembra essere terminata, e i prossimi mesi saranno decisivi in vista di un inverno che si preannuncia delicato.