I social “divorano” i protagonisti e i temi della campagna elettorale: ora nel mirino c’è anche Letta che incassa accuse dal popolo del web.
Due mesi esatti. La campagna elettorale è già nel vivo, e la piazza elettorale inizia a dividersi fra rimbalzi di accuse, nomi in tendenza, frasi poco felici riprese dagli utenti.
Il rischio, per molti protagonisti principali che accelerano in vista del turno elettorale è proprio questo. Ogni parola va pesata, analizzata, perché i tempi sono radicalmente cambiati e sui social si muovono non solo idee, ma anche voti. Nel mirino però finisce anche Letta, in una logica dello scontro in cui gli schieramenti si scambiano accuse con puntualità. Verrebbe da dire che è il gioco delle parti, in una fase già caldissima in cui un dato non va sottovalutato. Gli elettori non sono protagonisti inattivi che attendono solo di commentare le dichiarazioni in arrivo, ma aspettano i programmi, e su quelli si baseranno. Ecco, è proprio questa l’accusa mossa a Letta, con frasi anche pesanti in una fase in cui fra accordi da stringere, previsioni e suddivisioni dei collegi, i silenzi per certi versi regnano, e non fanno proprio bene.
Gli utenti si dividono, come si faceva una volta in piazza, davanti ad un quotidiano e ad un caffè. I tempi però cambiano, e le opinioni viaggiano su una tastiera, che spesso può essere guidata in maniera velenosa. Ecco quindi che a margine di un post in cui Letta parla di “Italia tradita”, e ribadisce che solo il Pd l’ha difesa, un utente con pacatezza fa emergere un dato ripreso da altri iscritti sui social. La sensazione per molti è che la campagna elettorale di Letta sia basata su quanto accaduto nella scelta di “tradire” Mario Draghi, e non di valutare le mosse future in una fase caldissima fra crisi e problemi per gli italiani.
Nel mirino finisce anche la comunicazione per molti mirata a disintegrare il centrodestra, ma povera di idee in tema di programmi. E c’è anche chi fa notare che l’ipotesi di una grande coalizione non sia messa in piedi per programmare e governare ma per ridurre il gap riaffermato dai sondaggi. “Meglio soli che male accompagnati”, scrive un utente in riferimento agli accordi possibili in una grande area. Diventa chiaro e palese ormai che il web muove idee e soprattutto voti. Ogni dichiarazione diventa quindi fondamentale, ma attenzione a non cadere nei luoghi comuni che ritengono i social un contenitore di tesi sbagliate o di argomenti leggeri. Sarebbe un autogol clamoroso, e qualche indicazione, da questo punto di vista, inizia ad arrivare ai protagonisti di una fase politica rovente.