La simulazione sui collegi del nuovo Parlamento secondo quanto attestano i sondaggi fa disperare il Pd, a cui resterebbero solamente “briciole”.
Già Enrico Letta davanti ai parlamentari del Pd ha spiegato che l’esito delle prossime elezioni dipenderà da una manciata di seggi. Circa una trentina al Senato e sessanta alla Camera, e ad oggi il Pd si trova sotto di una forbice che va dai 5 agli 8 punti rispetto all’obiettivo previsto. Senza quei voti, il centrodestra vedrà un trionfo.
Lo spiega il quotidiano Libero, riportando il fatto che quelle parole pronunciate dal segretario del Pd sarebbero arrivate giusto un attimo prima che gli stessi parlamentari democratici ricevessero sui propri telefonini una mappa che li ha fatti letteralmente sbiancare. Nello specifico, si tratta di uno studio di sole sei pagine redatto dall’Istituto Cattaneo di Bologna, storico istituto la cui sede si trova nel centro cittadino, a pochi mesi da casa di Romano Prodi.
Il segnale che arriva dallo studio bolognese è a dir poco letale, spiega il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. A firmarlo sono due accademici, di cui uno è Salvatore Vassallo, marito dell’europarlamentare dem Elisabetta Gualmini. Le poche pagine mostrano la mappa dell’Italia post-voto, secondo le previsioni, divisa nei collegi uninominali della Camera e in quelli del Senato, affiancata alla ripartizione proporzionale dei seggi restanti.
Nel caso in cui il centrodestra incassasse la percentuale ad oggi attribuitagli, il 46%, il risultato sarebbe spiazzante. Secondo i colori che emergono, infatti, il blu sono i collegi che vanno a destra e i rossi a sinistra. Ma la mappa è tutta blu, mentre i gialli grillini non sono nemmeno pervenuti. C’è un solo collegio che resta blindato per la sinistra alla Camera: ed è guarda caso proprio quello di Bologna. Nient’altro. Lo stesso al Senato, dove di rosso però stavolta c’è solo Firenze.
Un po’ di rosa, una via di mezzo, emerge dal centro cittadino di Torino, Milano, Roma e Napoli, ma si tratta appunto delle famose “ztl” in cui ormai la sinistra identifica il proprio elettorato: benestante, urbano, cosmopolita e con un buon impiego sicuro, e magari famiglie di estrazione borghese. Niente più periferie, province, classi lavoratrici, ormai in evidente appannaggio di Meloni e Salvini, o al massimo di Berlusconi. Ironie della storia.
In termini numerici, la vittoria del centrodestra è data in circa il 70% dei collegi uninominali di Camera e Senato, che li porterebbe al 57% degli eletti di Montecitorio e al 58% di Palazzo Madama, rispettivamente 228 su 400 e 117 su 200. Un bel bottino, che non solo supera di gran lunga la maggioranza semplice ma porterebbe la destra molto vicina ai due terzi necessari, eventualmente, a cambiare la Costituzione italiana, qualora lo volessero, senza alcun referendum.