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Cronaca

Allarme nelle carceri: mancano i medici di base, salute detenuti a rischio

Published by
Francesco Gnagni

L’allarme sui penitenziari italiani, dove l’assistenza medica per i carcerati è sostanzialmente a rischio collasso. Tanto che in alcune strutture, come a Benevento, non ci sono più nemmeno i medici. 

(Ansa)

Un problema diffuso ormai in tutta Italia, che però in struttura in cui non ci si può nemmeno spostare, come le carceri, diventa una vera e propria emergenza umanitaria. La denuncia arriva dal quotidiano Il Dubbio, diretto da Piero Sansonetti, in cui si spiega che ormai si è arrivati a presenza pari a circa un medico ogni trecento detenuti.

Tutti i numeri dell’emergenza umanitaria

In sostanza, è ormai chiaro che l’assistenza sanitaria nelle carceri risulta essere inadeguata. Le cause, si spiega, sono da cercare tanto nei pochi medici presenti in Italia – molti continuano a chiedersi il perché del numero chiuso nelle facoltà di medicina, tanto che c’è persino chi spiega questa decisione con una volontà ben precisa alla base, un piano ordito contro la sanità pubblica italiana, altrimenti non si spiegherebbe – ma anche nella precarietà di lavoro che viene loro offerta in questo specifico settore.

Nel frattempo, però, aumentano i detenuti che aspettano di essere ricoverati, oppure di essere sottoposti a visite specialistiche, quando non a veri e propri interventi chirurgici di cui necessitano. Ma in alcuni casi, spiega Il Dubbio, “l’attesa è più lunga della pena”. Fanno cioè in tempo ad uscire di cella, prima di riuscire ad essere curati. Con differenze importanti tra regioni, che portano le stesse direzioni delle carceri a implorare aiuto, come nel caso di Benevento, denunciato dal garante campano Samuele Ciambriello.

Una carenza che “crea un clima all’interno del carcere che desta preoccupazione, oltre al fatto che tale situazione mette seriamente a rischio i detenuti”, spiega Ciambriello. Mentre al contrario, conclude, “il diritto alla salute, quale attributo fondamentale della persona, non può essere mai compresso per ragioni organizzative e di gestione interna: questo dovrebbe essere il baluardo che muove le nostre azioni”.

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Francesco Gnagni