Dopo la guerra del gas ormai ingaggiata con lâEuropa, si preannuncia una vera e propria intensificazione degli scambi operati dai gasdotti russi verso la Cina, ma con tempistiche molto lunghe. I nuovi gasdotti, infatti, non potranno entrare in funzione se non nei prossimi anni.Â
Quello che si viene delineando sembra cioè un nuovo mondo, fatto di relazioni commerciali nuove e di governi intenzionati a farle crescere, anche se sarĂ difficile farlo nellâimmediato. Per cui si iniziano a immaginare strategie dilazionate negli anni.Â
Secondo quanto scrive Il Sole 24 ore, la Russia sarebbe intenzionata a realizzare una linea gemella di âForza della Siberiaâ che si prolungherebbe fino a Shangai, a cui si aggiungerebbero altri due gasdotti a Ovest della Mongolia e dallâisola di Sakhalin.
La corsa della Russia verso Oriente, e verso i mercati asiatici, sembra ormai una conseguenza inevitabile di quella che è la guerra dichiarata, e dolorosa, con lâEuropa proprio sul tema del gas. In prima posizione câè ovviamente lo sguardo verso la Cina, verso cui Gazprom sta ormai battendo record di export giorno dopo giorno.
Gas che passa attraverso il gasdotto Sila Sibiri, letteralmente âForza della Siberiaâ, ma che tuttavia nei prossimi anni potrebbe non essere piĂš lâunico. Si parla infatti dellâentrata in funzione del tratto diretto a Shanghai entro il 2025.Â
Impossibile pensare infatti di cambiare direzione del gas in un battibaleno, dal Baltico al Pacifico, secondo i venti e gli umori della geopolitica e dei governi internazionali. Nel frattempo, però, il New York Times rivela che la Russia starebbe lavorando per costruire un gasdotto gemello a Forza della Siberia, che passerebbe attraverso la Mongolia per giungere fino in Cina, carico dei giacimenti di Yamal che ad oggi erano al contrario puntati verso lâEuropa.
Anche qui, però, lâinizio dei lavori non è previsto prima di due anni, mentre sarebbero giĂ inizati i lavori per il terzo gasdotto in programma, quello rivolto alla Cina con il gas di Sakhalin.