I detriti del razzo cinese Long March 5B dovrebbero cadere sulla Terra all’inizio della prossima settimana
Un razzo cinese da 21 tonnellate, decollato dall’isola meridionale di Hainan, è oggi “fuori controllo” ed è diretto sulla Terra. Si teme pioggia di detriti come avvenne un anno fa per un altro razzo simile sempre partito dalla Cina.
Il razzo trasportava all’interno del vano un nuovo laboratorio alimentato a energia solare, da agganciare alla stazione spaziale cinese di Tiangong, ma non arriverà mai a destinazione.
Perso il contatto con il razzo
Esattamente come già accaduto un anno fa con il razzo Long March 5A, sempre di fabbricazione cinese, tutto potrebbe ripetersi a breve. Un nuovo razzo spaziale lanciato da Pechino nei giorni scorsi, infatti, è andato di nuovo fuori controllo ed è destinato a cadere sulla Terra nei prossimi giorni con esiti ancora imprevedibili. La volta scorsa i detriti non provocarono danni perché caddero tutti in mare aperto nell’Oceano Indiano non lontano dalle Maldive, ma oggi la situazione è diversa. Infatti, secondo il comando spaziale statunitense, che sta tracciando la traiettoria del razzo, nulla può essere escluso perché la traiettoria di volo, tra l’altro, non sarebbe nemmeno così facile da prevedere, per via delle fluttuazioni nell’atmosfera generate dalle variazioni dell’attività solare. Il rischio è che parti del razzo possano letteralmente “piovere” sulle nostre teste.
Le autorità cinesi minimizzano
Come accede sempre in questi casi, a occidente si tende alla preoccupazione non conoscendo fino in fondo i dati di quello che sta realmente accadendo, ad oriente si tende a minimizzare. Il ministero degli Esteri cinese ha affermato che la probabilità di danni a qualcosa o qualcuno è “estremamente bassa”. Molti scienziati concordano con la Cina sul fatto che le probabilità che i detriti causino gravi danni sono minime, anche se altri pensano che progetti di lancio come il Long March 5B siano un rischio inutile. “Di solito, gli scarti dei razzi rientrano subito dopo il decollo senza entrare in orbita, così da evitarne la dispersione e una eventuale precipitazione su un punto non sicuro, quelli cinesi invece no”, ha affermato Jonathan McDowell, un esperto dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.