Lâomicida dellâambulante ucciso a Civitanova Marche ha affidato ai suoi legali le prime parole. Ecco cosa ha detto.
Sono arrivate a distanza di quasi 24 ore dallâomicidio dellâambulante le prime parole di Claudio Giuseppe Ferlazzo, lâuomo accusato e reo converso di aver ucciso al culmine di una lite il nigeriano a Civitanova Marche.
Come riportato da TgCom24, lâomicida attraverso i suoi legali ha chiesto âscusa alla famiglia della vittimaâ. Lâuomo attualmente si trova in carcere e alla base del gesto non ci sarebbero motivi legati allâodio razziale. Come raccontato dallo stesso fermato, la lite sarebbe nata perchĂŠ âlâambulante chiedeva insistentemente lâelemosina e ha anche tenuto per un braccio la mia fidanzataâ.
Le indagini, comunque, continuano e saranno le testimonianze e le immagini a chiarire meglio la dinamica del pestaggio. Per quanto riguarda il movente, come detto prima, è stata esclusa lâipotesi di un apprezzamento sgradito alla fidanzata, ma si tratta di una lite nata per futili motivi.
Intanto, il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, ha comunicato che la Regione chiederĂ di costituirsi parte civile nel processo sulla morte di Akila. âNoi siamo da sempre una comunitĂ solidale e inclusiva â ha detto lâesponente di Fratelli dâItalia â e vogliamo rimanere tale, con lâimpegno di tuttiâ.
Intanto a Civitanova Marche in questo sabato 30 luglio è andata di scena una manifestazione della comunità nigeriana che ha visto la partecipazione anche della moglie della vittima.
I dimostranti hanno bloccato un angolo della strada che porta alla piazza e ribadito la loro rabbia per un mancato intervento dei cittadini per dividerli. Qualcuno in questa manifestazione ha gridato anche insulti contro gli italiani portando ad alcune proteste dei commercianti.
Manifestazione che ha visto, come detto in precedenza, partecipare anche la moglie dellâambulante ucciso che, ai giornalisti presenti, ha detto di volere âsolamente giustizia per mio maritoâ e lanciato un chiaro appello al nostro Paese: âItalia non lasciarmi solaâ.