Gli ambientalisti fanno più paura di un lupo: incredibile nel Tirolo

Un esemplare avrebbe sbranato 40 pecore nelle ultime settimane, ma i cacciatori temono le reazioni degli ambientalisti

Nonostante il via libera della regione austriaca all’abbattimento di un esemplare, considerato molto problematico, nessuno dei cacciatori autorizzati ha però ancora ancora eseguito l’ordinanza per l’incredibile timore delle reazioni dei movimenti ambientalisti.

Un esemplare di lupo come quello che dovrebbe essere abbattuto nel Tirolo –

Il lupo che sta terrorizzando il Tirolo austriaco è considerato un animale pericoloso e quindi può essere abbattuto secondo l’ultima ordinanza dello stesso comune austriaco, ma è stato lo stesso presidente dei cacciatori a consigliare i colleghi di non premere il grilletto per timore di ritorsioni.

Un lupo sta terrorizzando i pascoli del Tirolo

Secondo quanto riportato dalla testata locale Tiroler Tageszeitung, un’ottantina di cacciatori in 39 riserve sono stati autorizzati a uccidere il lupo “158 Matk”. L’ordinanza, che ha reso noti anche i nomi e gli indirizzi degli uomini indicati, è stata emanata in seguito ai problemi causati dall’animale, che nelle scorse settimane avrebbe sbranato una quarantina di pecore nelle valli Viggae e Watten. Eppure, nonostante abbiano il permesso per farlo, nessuno dei cacciatori si è ancora mosso. A farli desistere non ci sarebbe una questione di sensibilità, né tanto meno motivi legati alla protezione della specie. La vera ragione per cui il lupo, definito dall’ordinanza “pericoloso”, sarebbe ancora in vita sarebbe la paura delle reazioni degli ambientalisti. Il giornale tirolese riferisce infatti che il Wwf starebbe già deliberando a proposito di un possibile reclamo.

Il “consiglio” dello stesso presidente

È stato lo stesso presidente dei cacciatori tirolesi, Anton Larcher, a sconsigliare ai suoi colleghi di premere il grilletto, perché teme “gesti di vendetta” del movimento animalista, che sarebbe, a sua detta, molto motivato e ben organizzato a livello europeo. Una situazione insomma davvero complicata dove a rimetterci per ora sono le pecore, ma il timore è che la situazione possa sfuggire di mano.

 

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