Il divieto di sublocazione è sempre stato un punto poco chiaro sulle regole scritte nei contratti d’affitto: proviamo a capirci di più
Se si vive in affitto con regolare contratto stipulato e depositato, potrebbe capitare di dover ospitare in casa propria, per periodi più o meno lunghi, parenti o amici in difficoltà o per altre esigenze. Ora la questione è stata definitivamente risolta.
La Corte di Cassazione ha fatto luce con una sentenza su questo particolare problema che però risulta molto frequente tra chi è andato a vivere in affitto, ma ci sono delle importanti sfumature, soprattutto nel confine sottile tra ospitalità e subaffitto.
Per il principio della proprietà privata ognuno è libero di far entrare o uscire da casa propria chi vuole. Il discorso, invece, diventa un po’ diverso nel caso in cui il parente o l’amico di turno chieda di essere ospitato da chi ha una casa in affitto. E allora ci si domanda: chi è in affitto può ospitare in casa parenti o amici? Da un punto di vista legale, la questione si pone perché molte volte nei contratti di locazione è prevista una specifica clausola che vieta la cosiddetta sublocazione, ma è diverso ospitare semplicemente un parente o un amico?
La sublocazione è il contratto con il quale l’inquilino concede ad un’altra persona l’uso dell’immobile che egli ha già in locazione: se l’uso riguarda solo una o alcune camere si parla di sublocazione parziale, se l’uso, invece, è totale, ossia riguarda l’intera casa, si parla di sublocazione totale. Tutto questo deve essere regolato da una specifica clausola nel regolare contratto perché il proprietario di casa deve aver preventivamente autorizzato l’inquilino a dare l’appartamento a terzi. In assenza di tale clausola la sublocazione non potrà mai avvenire.
A chi vive in affitto però, è sempre concesso ospitare, infatti recentemente la Corte di Cassazione ha decretato che vietarlo vorrebbe dire andare contro il principio di solidarietà sociale espresso nell’articolo 2 della Costituzione, concetto che prevale anche sulla legge ordinaria e che non ammette deroghe nemmeno se previste nel contratto di locazione. In una sentenza, infatti, la Cassazione ha dato ragione a un affittuario al quale veniva contestata la violazione di tale clausola per avere ospitato a lungo una persona in casa. In pratica, tuttavia, il limite tra ospitalità e subaffitto è molto labile, comunque il proprietario non è autorizzato a risolvere il contratto di locazione a meno di dimostrare che nella casa di svolge un subaffitto illecito e non autorizzato.