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Politica

Santoro si candida? Ecco la vera natura politica della sua iniziativa

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Francesco Gnagni

Le indiscrezioni su una possibile candidatura del “teletribuno” Michele Santoro in un nuovo contenitore politico pacifista amico dei Cinque stelle, e la domanda sul senso e l’approdo naturale di questa iniziativa. 

(Ansa)

Per il quotidiano Libero si tratta “dell’annozero di Santoro”, parafrasando il titolo del famoso programma Rai da lui condusso. “Fa un partito di sinistra per raccattare i grillini non più candidabili”, è la lettura che ne dà Alessandro Giuli sul quotidiano diretto da Alessandro Sallusti.

Da parte sua, lo stesso Santoro aveva rotto le file sul Corriere invocando il bisogno di “un partito che non c’è”, attaccando il Pd come un partito “non di sinistra“. Nei mesi scorsi però già Santoro aveva cominciato a lavorare in questa direzione, con l’evento a Roma al teatro Ghione intitolato “Pace proibita”, sul tema del conflitto ucraino, in cui parteciparono molti personaggi pubblici che oggi costituirebbero la base iniziale del partito di Santoro.

L’attacco di Libero al “teletribuno” Santoro

Per Giuli, tuttavia, l’intento segreto è presto svelato, “imbarcando in un hotspot di fortuna gli scontenti d’opposizione come Nicola Frantoianni e la sua sinistra italiana, ma soprattutto i naufraghi grillini la cui carriera è appena stata stroncata dal veto dell’Elevato contro le ricandidature per chi abbia già svolto due mandati“.

Personalità di primo piano nel Movimento, come si è spiegato nei giorni scorsi, tra cui Roberto Fico, Paola Taverna, Alfonso Bonafede, Fabiana Dadone, tutti esponenti grillini della prima ora che avevano pienamente sottoscritto la regola dei due mandati, salvo poi ritrovarsi con due legislature di esperienza e tanta voglia di continuare la propria attività politica.

“Non male, insomma, per Santoro che fu uno strepitoso inventore di format e adesso torna a giocare con la politica dopo una lontana esperienza da europarlamentare ulivista della quale non sono rimaste trace sensibili”, commenta Giuli, cercando di riflettere su quale potrebbe essere lo sbocco naturale di questo movimento, che per contenuti si trova analogo alla lista di Ingroia e Rizzo, in alternanza alla sinistra più estrema ma con uno sguardo sempre aperto a possibili mutazioni gauchiste del Movimento ora a trazione Conte.

“Anche se, come insegna da par suo Santoro, passare da Samarcanda a Sciuscià – ovvero a “lustrascarpe”, è la chiosa di Giuli – è un attimo…”

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Francesco Gnagni