Sgarbi vuole correre con “Rinascimento”: “I nomi degli altri fanno schifo”

La lotta di Vittorio Sgarbi per mantenere il suo nome in bella vista, apposto sul simbolo da presentare sulla scheda elettorale per la sua lista “Rinascimento”, posizionata nel centro-destra. 

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(Ansa Foto)

Anche se “il passepartout per ritornare in Parlamento, candidato col centrodestra in un collegio granitico, non è in discussione“, l’obiettivo di Sgarbi, come racconta Tommaso Labate sul Corriere della Sera, è di presentare il simbolo di Rinascimento insieme a quello di Noi con l’Italia di Maurizio Lupi. In un primo momento, il critico d’arte pensava di avere la strada spianata per questa ipotesi, poi ha dovuto mettere di nuovo tutto in discussione.

“Ma quanto fanno schifo i nomi dei partiti di oggi, ancorati esclusivamente al racconto dell’immediato, del presente? Italia viva fa schifo, Azione fa schifo, un po’ anche Noi con l’Italia fa schifo. Senti quant’è bello Ri-na-sci-men-to…”, scrive con il suo solito tono tra il serio e il faceto, goliardico ma con una serietà sommessa, sui propri social network.

Le parole del critico d’arte riportate dal Corsera

“La storia, il racconto, il cammino, l’idea: com’era per i nomi bellissimi della Prima repubblica, Partito repubblicano, Partito comunista…“, prosegue, riportando un siparietto avuto con Maurizio Lupi, che avrebbe provato a spiegargli che con più simboli in un solo tondo l’elettore rischia di confondersi.

Qua ne ho uno che riprende la Creazione di Adamo di Michelangelo. Ma secondo voi Michelangelo può mai confondere l’elettore? Ma scherziamo? Le mani di Dio e di Adamo protese l’una verso l’altra come la mia e quella di Lupi… Ma sapete quanti voti di centro toglieremmo a Calenda, Carfagna e Gelmini?”, è la domanda che prova ad avanzare Sgarbi sul Corriere, mentre scandisce la lista dei possibili candidati del suo movimenti, da Tommaso Cerno a Luca Palamara fino al generale Mori, o al direttore d’orchestra Alberto Veronesi, figlio di Umberto Veronesi.

Mentre il giornalista incalza su una figura del mondo dello spettacolo, il cantante Morgan. “È problematico, ma Morgan varrebbe centomila voti da solo…”, risponde il critico d’arte. Insomma, tanti nomi e altrettante domande, per una campagna elettorale capace non solo di andare in cerca di voti, ma anche di intrattenere.

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