Covid, la scuola ripartirà fra ritardi e promesse vane: Salvini ha un piano

I presidi sono sul piede di guerra dopo una serie di indicazioni poco chiare: Salvini svela il programma del centrodestra.

Giorgia Meloni da mesi aveva chiarito un aspetto fondamentale in vista della ripartenza scolastica. Quelle linee guida sull’aerazione delle classi, fortemente caldeggiate dalla leader di Fdi, sarebbero la soluzione per limitare la diffusione del Covid e soprattutto evitare le mascherine e in casi estremi la didattica a distanza.

Scuola Covid
Il piano di Salvini per la scuola, e intanto i presidi lanciano appelli chiari

Un fattore da tenere bene in considerazione, soprattutto quando su un tema caldissimo, e fra quelli gestiti con maggiore difficoltà negli anni di pandemia, sono i presidi a chiarire quanto accaduto e quali sono le difficoltà. A conti fatti all’inizio della scuola manca poco più di un mese, e nonostante un documento diffuso a metà luglio con indicazioni per l’acquisto di macchinari di sanificazione e purificazione, non ci sarebbero suggerimenti pratici per i dirigenti scolastici. Il tutto rischia di trasformarsi in una nuova ripartenza ricca di difficoltà, soprattutto in previsione di un nuovo picco di contagi che potrebbe verificarsi in autunno. In tal senso Salvini è stato chiaro, ribadendo che nei programmi del centrodestra c’è una indicazione precisa.

Salvini sulla scuola: “Addio ai bavagli”

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Matteo Salvini (Ansa Foto)

Ad intervenire sulla vicenda è stata la presidente dell’Anp Lazio Cristina Costarelli. In una intervista al quotidiano La Verità ha chiarito che al momento ci sarebbero solo “raccomandazioni con indicazioni vaghe”, e soprattutto che “da febbraio vige un silenzio assordante” e nulla di concreto sull’aerazione, caldeggiata dai presidi e più volte indicata come soluzione principale da Giorgia Meloni. Tradotto in parole più semplici, la ripartenza rischia di essere nuovamente all’insegna delle mascherini e delle finestre aperte come unica soluzione per contrastare il virus. 

Salvini non ci sta, e sul tema è stato molto chiaro. A Morning news, su Canale 5, ha chiarito che l’impegno sarà di superare la Dad, di abbandonare le misure fortemente restrittive e di mettere in campo un piano di convivenza con il virus. Resta però un problema chiaro. I presidi sottolineano che promesse e indicazioni non hanno avuto un seguito, e la sensazione è che la patata bollente sia stata scaricata dai ministri su chi verrà dopo. Una bella gatta da pelare verrebbe da dire, che il nuovo governo dovrà gestire dopo le elezioni con il tempo necessario di impegnare risorse, ma con la scuola che inizia ancora prima. A subirne le conseguenze saranno quindi ancora una volta studenti e professori, che pagano probabilmente una strategia inadatta per tempismo e necessità di intervenire in maniera precisa e rapida.

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