Con il taglio dei parlamentari gli spazi sono pochi e i partiti cercano volti noti. Rumors su Emanuele Filiberto in Fi, la poliziotta No pass con Italexit
La domanda giusta, scrive il quotidiano Libero, non è chi candidare, ma dove. A questo giro di giostra le porte del Parlamento si sono ristrette. Per via della riforma del taglio degli onorevoli entreranno in pochi. Pochi rispetto ai tanti deputati e senatori wannabe. Per cui il problema non è offrire una candidatura, ma garantire l’elezione a questo o a quello. Tutto dipende dal collegio giusto nel riparto maggioritario o nella posizione favorevole nel listino proporzionale. Sul primo tema le coalizioni si stanno già discretamente scannando. E’ successo al centrodestra, dove rimane aperto il caso Udc, presto toccherà alla sinistra. Facile dire facciamo 70-30, come si sono promessi Enrico Letta e Carlo Calenda. Difficile è spartirsi realmente i collegi, che non sono tutti uguali. Quelli blindati sono pochi. Quelli scamuffi la maggioranza.
Tutto questo per dire che i leader di partito dovranno dire tanti no. Agli uscenti e a chi si propone. Data la carestia di posti buoni, c’è poco spazio perla creatività. Salvo qualche eccezione. Per esempio, ieri, Tag43 ha ipotizzato la candidatura di Emanuele Filiberto con Forza Italia. L’erede dei Savoia sarebbe in avvicinamento agli azzurri. Da Arcore smentiscono. A meno che il nobile sabaudo non accetti di candidarsi in un collegio di frontiera (quelli che nessuno vuole). In quel caso sarebbe il benvenuto. In Lombardia, invece, Forza Italia potrebbe candidare Giulio Gallera, l’ex assessore diventato famoso (suo malgrado) nei mesi più duri della pandemia. Era quello che leggeva il bollettino quotidiano dei casi Covid per la Regione più colpita d’Italia dal virus, almeno nella prima fase. Passiamo in casa Pd, dove Letta ha il problema di trovare un posto per Luigi Di Maio nel proporzionale.
E’ caccia ai volti noti da Emanuele Filiberto a Roberto Burioni
I posti non sono tanti e i dem vogliono anche tenere da parte un seggio sicuro per Susanna Camusso, ex segretaria della Cgil. A Salerno si raccolgono firme per la ricandidatura di Piero De Luca (figlio di) alla Camera. E o’ governatore spinge anche per assegnare un posto in lista a Franco Alfieri, il famoso “re delle fritture“, copyright dello stesso plenipotenziario campano, che in un comizio magnificava le doti persuasive del suo uomo, capace di convincere gli elettori offrendo cuoppi di calamari e gamberi cotti nell’olio bollente.
C’è poi l’assalto ai virologi. Il Pd è in attesa di capire le intenzioni di Roberto Burioni, mentre Articolo Uno lancia l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco. Lato FdI girano i soliti nomi: il diplomatico Giulio Terzi, l’ex magistrato Carlo Nordio, l’ex ministro Giulio Tremonti, l’ex azzurro Marcello Pera, Fabio Panetta (Bce) e Claudio Descalzi (Eni). Poi c’è Vittorio Sgarbi che ha fatto un po’ di ipotesi. Quella dell’ex pm Luca Palamara, del generale Mario Mori, del cantante Morgan e di Gianni Alemanno, che però ha smentito. Con Italexit di Paragone si candiderà Nunzia Schilirò, poliziotta No Vax, anche se la raccolta firme per la lista non è facile