Lazio, Sarri: “Il mio scudetto? Una squadra vera”

A poco più di una settimana dall’inizio della nuova stagione, Maurizio Sarri si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport 

Uno degli allenatori della vecchia guardia, più un maestro di calcio sul campo piuttosto che le nuove leve della panchina, molto più attente a comunicare ai media che ai giocatori che allenano, ha raccontato di come abbia ritrovato, in una piazza come quella di Roma, il piacere di allenare.

Maurizio Sarri al secondo anno sulla panchina della Lazio – Ansa foto

L’allenatore toscano è al suo secondo anno sulla panchina della Lazio del Presidente Lotito ed è chiamato a migliorare il buon piazzamento ottenuto al termine della stagione 2021-22, quando la squadra biancoceleste è arrivata quinta in classifica.

Un allenatore d’altri tempi

Un’intervista a tutto campo quella pubblicata oggi dal Corriere dello Sport, realizzata tra il direttore Ivan Zazzaroni e l’allenatore della Lazio, Maurizio Sarri. Una chiacchierata a soli 10 giorni dalla prima giornata di un campionato di serie A quest’anno più che particolare, con la sosta forzata tra novembre e dicembre per permettere la disputa della Coppa del Mondo in Qatar, manifestazione alla quale peraltro la nostra Nazionale non si è classificata. Sarri è tipo di poche interviste, preferisce lasciar parlare il campo da gioco, è quello l’ambiente in cui riesce ad esprimersi al meglio, insegnare il suo calcio ai propri giocatori, quel Sarrismo diventato un marchio di fabbrica e coniato proprio per identificare un modo del tutto personale di far interpretare le partite alle sue squadre, “A me piace un calcio in cui tutti si mettono al servizio del collettivo per sviluppare un gioco in cui i movimenti, tanto quelli difensivi quanto quelli offensivi, non prevedono esenzioni di alcun tipo”ecco il suo credo. Lo scorso anno, dopo lo scudetto alla Juventus e l’Europa League con il Chelsea, ha accettato la corte di Claudio Lotito e di venire alla Lazio proprio per ritrovare quel calcio familiare che lo aveva fatto innamorare così tanto da lasciare un sicuro lavoro in banca per provare a fare l’allenatore.

Un ambiente come una famiglia

Nella lunga intervista, Sarri ha ribadito ancora una volta la bontà della scelta fatta di venire a Roma alla Lazio: “Qui sto bene, mi piace l’ambiente, ho la possibilità di esprimermi e soprattutto di divertirmi. Anch’io sono cambiato, ora il lavoro mi deve procurare divertimento, è cambiato il mio sentimento nei confronti del calcio. Mi piace anche la gente laziale, da fuori mi ero fatto un’idea completamente diversa, sbagliata. Il 99 percento del popolo laziale è formato da famiglie, da giovani. E lavorare in un club che non appartiene a un fondo ma a una famiglia, mi dà gusto. Allo stesso tempo mi rendo conto delle difficoltà economiche che si possono incontrare, minori risorse, certo. Sulla nuova stagione ha le idee chiare “una stagione folle, cinquanta giorni di sosta non si erano mai visti, mi aspetto risultati imprevedibili”, parlando della sosta dei campionati per il mondiale, per poi concludere: Quello che desidero quest’anno è mostrare una squadra vera, quello sarà il mio scudetto e dai primi allenamenti ho ricevuto sensazioni molto positive”.

 

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