E’ stata immediata la reazione di Enrico Letta al passo indietro di Carlo Calenda. Duri anche i commenti degli altri dem.
L’alleanza tra Pd e Azione è durata solo qualche giorno. Carlo Calenda proprio nelle scorse ore ha annunciato la sua decisione di rompere il patto con Letta e di correre, almeno di accordi con Italia Viva, da solo alle prossime elezioni.
Una scelta che in realtà era nell’aria ormai da qualche ora. La decisione del segretario dem di firmare l’intesa con Di Maio e Fratoianni faceva ipotizzare una rottura di Calenda e questa è avvenuta il giorno dopo l’ufficialità dell’accordo con Sinistra Italiana ed Impegno Civico.
Una rottura che, come riferito dal presidente di Verde è popolare, Gianfranco Rotondi, potrebbe essere strettamente legata ad un imminente accordo tra Pd e M5s. Per il momento dal Nazareno non si parla di questa ipotesi, ma non è assolutamente da escludere.
Immediata la replica di Enrico Letta alle parole del leader di Azione. “Ho ascoltato Carlo Calenda – ha scritto sui social il segretario del Pd – mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia“.
Le parole del numero uno del Nazareno sono state seguite da una breve nota del Pd pubblicata sempre sui social: “Carlo Calenda parla di onore. Onore è rispettare la parola data. Un accordo, una firma, una stretta di mano tra persone leali e serie: questo è onore. Il resto, compreso l’attacco alla destra e alla sinistra tutte uguali, è populismo. Populismo d’élite, ma sempre populismo“.
E sempre attraverso i social Marco Meloni, coordinatore della segreteria Pd, ha commentato in questo modo il passo indietro di Carlo Calenda: “Oggi ha iniziato la campagna elettorale per consegnare l’Italia alla destra alleata di Putin e Orban. Il Pd, con europeisti e progressisti, ambientalisti e civici, glielo impedirà, e darà all’Italia un governo per crescita, diritti, lotta alle diseguaglianze“.
Di seguito tutti i post social da parte dei dem dopo il passo indietro di Carlo Calenda: