Ecco perché Calenda e Renzi sono ormai gli “sfascisti” della sinistra

Dopo la rottura dell’alleanza con il Pd, ora Carlo Calenda attacca ancora più duramente il segretario Enrico Letta. Mentre all’ombra dei due si staglia ancora una volta la figura di Matteo Renzi. Così da sinistra arriva il verdetto: “Sfascisti”. 

renzi calenda
(Ansa)

Sarebbe infatti proprio quella la soluzione a cui starebbe pensando di nascosto in queste ore il leader di Azione: creare un Terzo polo con Italia Viva, la formazione politica renziana. Passato un giorno dallo strappo che ormai tutti definiscono come estremamente dannoso per il centro-sinistra, Calenda rigetta al mittente le accuse di essere lui il colpevole dello sfacelo. 

Lo sfacelo della sinistra mentre il centrodestra se la ride

Sostenendo nero su bianco: Letta sapeva che sarebbe uscito nel caso in cui i dem avessero stretto l’accordo anche con la sinistra più estrema, quella di Fratoianni e soci. Per Letta, il gioco di Calenda è utile alla vittoria di Giorgia Meloni, mentre dal suo canto il centrista continua a giocare la sua partita sui social, tweet dopo tweet.

E ce ne sono per tutti, compresa Emma Bonino, con cui fino a pochi giorni prima giocava nella stessa pedina, mentre in pochissimo tempo la situazione si è ribaltata completamente. “Letta e Bonino sapevano che avrei rotto”, spiega Calenda contrattaccando l’offensiva da sinistra che lo vede ormai come nemico numero uno, anche più dei loro diretti avversari del centro-destra.

“Ho cinquanta messaggi che dimostrano che Letta era consapevole che avrei rotto se avesse firmato un patto con Fratoianni e Bonelli”, rincara la dose Calenda a suffragio della bontà presunta della sua posizione. Un problema di forma, quindi, forse più che di contenuto, che al contrario è palese a tutti: il centrosinistra è lacerato, mentre la coalizione Meloni-Salvini-Berlusconi se la ride e punta, come suo solito, ad andare compatta verso il voto.

Nello sfondo, la possibilità per Azione di allearsi con il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, mettendo fine a una ostilità personale che prosegue da anni, ma consapevole che la fiducia nei confronti del fiorentino, noto per l’espressione “Enrico stai sereno” poco prima dell’accoltellamento, non può mai essere totale. Così il commento del Manifesto diventa il vero ritratto della situazione: “Stracci che volano, continueranno a volare e non può che essere così”. Prima della definizione che riassume il pensiero della sinistra verso i due: “Sfascisti”.

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