Morte Liliana Resinovich,, arriva il risultato da parte della procura dopo la perizia per quanto riguarda il caso della donna scomparsa nel mese di dicembre dello scorso anno e ritrovata senza vita a gennaio
E’ arrivato il risultato finale da parte della procura che ha rilasciato la perizia riguardante il caso di Liliana Resinovich. 63 anni, scomparsa il 14 dicembre dello scorso anno e trovata morta all’inizio di gennaio nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Il risultato lascia tutti senza parole visto che, a quanto pare, la donna si sarebbe suicidata. Già, tolta la vita. Questo è quello che afferma, proprio nella sua perizia, Fulvio Costantinides ed il radiologo Fabio Cavalli.
A quanto pare la donna sarebbe morta due o tre giorni prima del ritrovamento del cadavere. Possibile asfissia causata dai sacchetti stretti che aveva sulla testa. Ricordiamo che la stessa scomparve dalla sua abitazione a Trieste dove viveva con il marito Sebastiano Visintin il 14 dicembre. Subito iniziarono le ricerche di rito fino a quando il 5 gennaio fu ritrovata senza vita. Tra l’altro poco distanza da casa (meno di un chilometro).
Fu ritrovata con due sacchetti, uno dentro l’altro, intorno alla testa e stretti alla gola. Il resto del corpo, invece, chiuso in due grandi sacchi utilizzati per i rifiuti. Fu ritrovata in posizione fetale, con le mani incrociate sulla felpa e rannicchiata. Secondo gli stessi periti i sacchetti l’avrebbero indotta ad una asfissia compatibile con un suicidio. Una perizia di 50 pagine dove non sono state trovate tracce né di droghe e nemmeno di sonniferi.
Sul corpo nessun segno di violenza né altro. Quello che resta da chiarire, però, è dove sia stata nel periodo in cui è scappata dalla sua abitazione. Lasciò a casa sia i due cellulari che a fede nuziale. Anche il fatto perché si è tolta la vita resta un mistero. Il fratello, Sergio, però non è dello stesso avviso visto che per lui non si è trattato di un suicidio.