Myanmar, i ribelli ‘Karen’ combattono contro i militari birmani con il solo ed unico obiettivo di ottenere la libertà dopo che è stato effettato un golpe lo scorso anno
Quello che si sta verificando in Birmania, precisamente a Karen State negli ultimi mesi è un qualcosa di veramente drammatico. La tensione continua ad aumentare con il passare del tempo. I combattimenti nel paese Myanmar si sono sempre fatti più cruenti. Tanto è vero che l’aviazione ha attaccato diversi villaggi civili e si temono altri tipi di attacchi.
La situazione è peggiorata dopo il golpe che si è verificato nel febbraio dello scorso anno, da quando il capo si stato maggiore Min Aung Hlaing ha mandato nuovamente in galera Aung San Suu Kyi ed altri esponenti del suo partito, ovvero la ‘National League for Democracy‘.
Proprio in quelle zone i ribelli Karen combattono per la propria indipendenza e per ottenere uno Stato federale che possa tutelare i propri interessi. In tanti sono scappati dal Tatmadaw e sono riusciti a trovare un rifugio. La maggior parte di loro sono giovanissimi. Il loro unico pensiero è quello di combattere per ottenere, quanto prima, la libertà.
In questo gruppo c’è anche una donna. L’unica. Si chiama May Phyu Soe, 37 anni, ed arriva da Mandalay. Prima di diventare una combattente stava dietro ad una scrivania poiché era avvocato. Marito e figlia a casa visto che sentiva il dovere di impugnare un’arma e combattere. Questo è quello che ha rivelato al quotidiano ‘Il Giornale’.
Myanmar, i ribelli non ci stanno e combattono contro i militari birmani
Ha raccontato dei bruttissimi episodi che il suo popolo ha vissuto. Un esercito che sparava contro di loro, disarmati, con il solo scopo di ucciderli tutti. Il suo obiettivo è quello di sconfiggere i militari birmani per ottenere una libertà che in molti sognano. Nel frattempo, però, purtroppo si continua a sparare.
In molti si sono radunati con lo scopo di sconfiggere le forze militari birmane. C’è anche chi ha lasciato l’università: dai libri è passato ad impugnare un fucile: “Dopo il colpo di Stato non potevo rimanere a casa. Sono felice di essere qui e di combattere l’ingiustizia insieme ai Karen“.