Ecco le regole per rientro a scuola: le scelte in materia di prevenzione del Covid però non soddisfano Fratelli d’Italia.
“La montagna ha partorito un topolino”. Questo è il commento in arrivo da Fratelli d’Italia, ed è stato affidato alle parole di Ella Bucalo (Responsabile scuola), e Paola Frassinetti (Vicepresidente della commissione Cultura e istruzione della Camera e responsabile dipartimento istruzione).
Da mesi Giorgia Meloni mette al centro del dibattito la sicurezza per gli studenti, in un quadro che sembra ormai chiaro. Gli appelli che da febbraio si sono moltiplicati e andavano nella direzione di puntare tutto sui dispositivi di purificazione e areazione meccanica delle aule sono stati quasi ignorati. Quella che doveva essere una soluzione, in sostanza, si è trasformata in un serie di “linee guida” che anche i presidi hanno messo nel mirino. Mancherebbero i fondi per attivare una trasformazione negli istituti che necessitava di tempo e di investimenti.
“Dopo mesi di alacre lavoro da parte di autorevoli esperti scelti dal governo – si legge nel documento – si osserva che al primo posto tra le indicazioni per evitare la diffusione del Covid sta quella di ‘tenere le finestre aperte’. L’ennesima dimostrazione di come questo esecutivo sia incompetente e continui in modo spregiudicato a non tenere conto della tutela e della salute dei nostri studenti negando alle scuole i fondi adeguati”. Ecco quali sono le regole previste nel documento.
Un documento con due diverse misure. Una standard per il rientro in classe, l’altra nel caso in cui la curva epidemiologica dovesse peggiorare. Nelle misure di base si parla inizialmente di prevenzione. In sostanza la permanenza è consentita solo senza febbre o sintomi, con costante attenzione l’igiene delle mani ed “etichetta” respiratoria, quindi le modalità di protezione durante i colpi di tosse e starnuti e l’utilizzo di mascherine (Ffp2) per personale scolastico e alunni che sono a rischio di sviluppare forme severe di Covid-19. Gli istituti dovranno provvedere inoltre alla sanificazione ordinaria (periodica) e straordinaria in presenza di uno o più casi confermati. Dovranno gestire i casi definiti “sospetti/confermati e contatti” ed effettuare quei ricambi d’aria frequenti che sono alla base delle polemiche. Non ci sarebbe traccia quindi del piano previsto per l’aerazione che sta alimentando molte discussioni.
C’è poi quello che è considerato una sorta di piano straordinario nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare. Si tratta quindi di verificare il distanziamento di almeno 1 metro, di aumentare le sanificazioni periodiche e di gestione con particolare attenzione le attività extracurriculari, quindi i laboratori e quant’altro, garantendo l’attuazione di misure di prevenzione che vanno dalle mascherine chirurgiche, o Ffp2, alla somministrazione dei pasti nelle mense con turnazione. Un quadro abbastanza chiaro e del resto simile a quello messo in piedi durante le ultime due ondate invernali. Quella idea di puntare tutto però su purificazione e areazione meccanica delle aule sembra quindi al momento accantonata fra le polemiche di chi sperava in una gestione differente in vista del rientro negli istituti.