L’economista ex FMI si candida nelle liste di Letta e Bonino. Il segretario dem: “È una delle nostre punte di diamante”
Il grande pubblico lo ricorda soprattutto per una foto: l’arrivo al Quirinale, con zainetto e trolley, per ricevere l’incarico esplorativo dal Presidente della Repubblica Mattarella. Era il 2018 e il Capo dello Stato si era affidato all’economista con una lunga esperienza al Fondo Monetario Internazionale per tentare, all’indomani delle elezioni politiche e della prima trattativa fallita tra Lega e M5S per la nascita del governo gialloverde, la formazione di un Esecutivo tecnico. Incarico esplorativo che Carlo Cottarelli rimise pochi giorni dopo nelle mani di Sergio Mattarella, visto che si era concretizzata la “prospettiva di un governo politico” fondato sull’alleanza tra Salvini e Di Maio e l’indicazione di Giuseppe Conte alla presidenza del Consiglio. Ma l’economista col trolley e lo zainetto non era affatto nuovo ad impegni in politica. Alle spalle aveva già, infatti, l’esperienza da commissario alla spending review nel governo di Enrico Letta. In questa veste, l’economista predispose un piano per ridurre la spesa pubblica a regime di 33,6 miliardi ma le sue proposte rimasero in gran parte inattuate. La sua “stella” si oscurò con l’arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi: Cottarelli rimise l’incarico e, su proposta dell’Esecutivo, tornò al Fmi come direttore esecutivo del board.
Negli ultimi tempi gli italiani hanno imparato a conoscere Cottarelli soprattutto come ‘tecnico’ ed esperto di questioni economiche. Presenzialista in tv, ospite quasi fisso di talk e trasmissioni di approfondimento, l’economista è sempre stato presente nel dibattito e non ha mai fatto mancare il suo parere. Come direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’università Cattolica di Milano, Cottarelli è anche molto attivo sui social e in particolare su Twitter, dove non ha mai lesinato commenti anche sull’attualità politica e sulle proposte politiche dei partiti. Ma la sua ‘aura’ da tecnico superpartes lo ha sempre accompagnato e, in parte, tutelato dalle critiche. Anche se in molti, soprattutto dal centrodestra, hanno sempre contestato a Cottarelli una certa vicinanza (e in alcuni casi organicità) al campo progressista. Tutto però è cambiato con la conferenza stampa di ieri di Enrico Letta, Emma Bonino e Benedetto della Vedova. L’economista ha deciso di togliersi una volta per tutte la giacca del “tecnico” e di scendere in prima persona nell’agone politico, accettando la candidatura nelle liste di Pd e +Europa. E chiudendo una volta per tutte le porte a Calenda, che per molto tempo lo aveva corteggiato. “Cottarelli sarà una delle principali punte di diamante della campagna elettorale. Sarà candidato nel nord, sia nell’uninominale sia nel proporzionale, abbiamo intenzione che la sua candidatura sia visibile, forte e importante”, ha annunciato trionfante il segretario del Pd Letta. “È stato per me naturale accettare l’offerta che mi veniva da Pd e Più Europa. Ci unisce una visione progressista e non conservatrice. L’avversario principale è chi porta avanti la visione conservatrice”, ha aggiunto Cottarelli.
Sono molti i commenti dedicati alla ‘discesa in campo’ dell’ex Fmi. Tra i più ironici e taglienti quello del condirettore di Libero, Pietro Senaldi. “Anche lui ha deciso di entrare nella scatoletta di tonno. E dei conti in rosso dell’Italia chi se ne frega più”, annota il giornalista. “Ora gli toccherà sostenere i bonus ai diciottenni, la patrimoniale e le altre idiozie economiche di Letta. Cosi finiscono i migliori. Povera Italia”, conclude Senaldi. Insomma, è il nostro parere, lo zainetto e il trolley di Cottarelli finiscono nel deposito bagagli del Pd.