La New Financial Technology, una startup attiva nel mercato crypto senza autorizzazione, ha bloccato l’accesso ai conti dei clienti
Ecco arrivato il primo crac italiano sulle criptovalute. Era giorni che si vociferava, adesso, purtroppo, è diventato realtà e ufficiale. Sarebbero migliaia le vittime legate a questo caso delle cryptovalute. La novità è che per la prima volta la cosa è avvenuta in Italia. È a Silea, paese di 10mila abitanti nel trevigiano, che è nata New Financial Technology, la società che venerdì scorso a causa di “problematiche interne non previste” ha comunicato ai propri clienti il blocco dei loro conti, da cui non possono più prelevare denaro nonostante gli amministratori avessero messo nero su bianco nelle documentazioni contrattuali che i soldi sarebbero stati “garantiti e al sicuro“.
Promesse non mantenute o meglio, solo all’inizio, con guadagni piuttosto buoni, poi tutto è naufragato. La società prometteva il 10 per cento di interesse ogni mese, grazie a un non meglio specificato schema di algoritmi in grado di comprare e vendere criptovalute su diverse piattaforme, guadagnando sulla differenza di prezzo.
Dopo giorni di silenzio, in tanti su telegram hanno iniziato a coalizzarsi
All’inizio la New Financial Technology per alcuni mesi ha pagato i maxi-interessi, e i guadagni erano buoni anzi, ottimi in alcuni casi, almeno prima di chiudere i conti. Su Telegram gli investitori rimasti senza un soldo si organizzano e si coalizzano tra loro. C’è chi era entrato solo il 22 luglio nell’investimento e sostiene di aver perso in un colpo solo 10mila euro, l’investimento minimo iniziale, ma c’è chi addirittura sostiene di averne bruciati addirittura 100mila euro.
I rischi di non rivedere più un centesimo sono davvero tanti. E soprattutto concreti. Non esistono infatti reti di protezione automatiche e gli investimenti sono a rischio. Le vie legali si prevedono senza fine: secondo i legali due dei tre amministratori risulterebbero irraggiungibili a Dubai, la New Financial Technology ha sede a Londra, ma ce ne sono altre in Svezia e nella stessa Dubai, una struttura patrimoniale tutt’altro che solida e non compare tra le realtà autorizzate della Consob per fare da operatore finanziario. Un bel danno, anche perché, nonostante qualche guadagno facile, la valanga che ha colpito il mondo crypto nel 2022 ha sommerso realtà solide e riconosciute: il caso più noto è la piattaforma Celsius che è fallita portandosi con sé quasi 4,7 miliardi di dollari dei suoi utenti. Mentre Binance era stata costretta a chiudere i propri conti per qualche ora a giugno, e ancora adesso, ogni tanto, ha qualche difficoltà che aumentano sempre di più ogni volta.