Rampelli: “FdI forza responsabile, serve cambio paradigma su economia”

Le accuse di “ombre nere” nei confronti di Fratelli d’Italia non scalfiscono in alcuni modo Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e tra gli ideologi del partito che ha visto gli inizi della carriera dell’attuale leader Giorgia Meloni. 

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(Ansa)

Intervistato dal quotidiano dei vescovi Avvenire, Rampelli rievoca la sua amicizia con don Luigi Di Liegro. “Ero segretario del Fronte della gioventù quando un comitato dei Parioli capeggiato da due parlamentari missini cercò di assaltare il suo centro per malati di Aids a Villa Glori“, racconta al quotidiano diretto da Marco Tarquinio.

Io portai tutti i ragazzi del giovanile del Msi dentro il centro, per difenderlo. Il Fdg contro il Msi…, una pagina memorabile di una gioventù che era stufa della destra becera”. La sostanza di quanto dichiarato da Rampelli al quotidiano della Cei è che gli attacchi nei confronti della formazione politica di cui fa parte non gli vanno in alcun modo giù.

Rampelli e la risposta alle richieste di responsabilità

Mentre continuano ad ascoltarsi appelli alla “responsabilità”, nel caso molto possibile che Giorgia Meloni si trovi presto sullo scranno più alto di Palazzo Chigi, il deputato meloniano spiega che le risposte sono già state date durante questi anni di “opposizione patriottica, senza mai prendere posizioni pregiudiziali in Parlamento, presentando proposte serie, spesso bocciate in prima istanza e poi letteralmente copiate nei decreti successivi, tanto da costringerci al voto favorevole”.

“A Bruxelles proponemmo di congelare il Patto di stabilità per favorire la crescita”, spiega: “le reazioni da sinistra furono raggelanti e invece è accaduto, anche se stimolato dalla pandemia. Abbiamo proposto l’emissione degli eurobond e giù altre critiche, ma il Recovery fund gli somiglia molto. E sull’alleanza euroatlantica a difesa dell’Ucraina contro la violenza di Putin non abbiamo avuto dubbi”.

Una posizione di responsabilità che emerge su tutti i fronti, da quello della solidarietà e del Terzo settore, o dal punto di vista ambientale, in relazione cioè a quella che viene definita la transizione ecologica, in modo particolare oggi che le forniture di Gazprom sono in discussione. “Tutte le nazioni europee hanno chiesto di aggiustare il piano di decarbonizzazione”, continua Rampelli.

Sui nuovi modelli economici è necessario un cambio di paradigma

“Noi dobbiamo riprendere le estrazioni del gas domestico, diversificare le fonti, fare con l’Europa investimenti per ridurre i consumi del 30%, accettando di ridimensionare gli appetiti dei grandi gestori di energia che in questi anni hanno totalizzato vergognosi extraprofitti sulla pelle di famiglie e imprese, mettere in campo un grande piano per un moderno sistema di riconduzione forzata nelle nostre centrali idroelettriche che ci forniscono già ora il 18% del nostro fabbisogno. E si tratta di fonti rinnovabili e sovrane“.

Mentre per quanto riguarda i “nuovi modelli economici è necessario un cambio di paradigma: la sostenibilità deve essere soprattutto sociale. La persona e il corredo di fattori che contribuiscono al suo benessere psicofisico vanno messi al centro per garantire qualità della vita. La voracità dei modelli economici precedenti va contrastata”.

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