L’incredibile e splendido rapporto tra due campioni e leggende del tennis che nonostante siano passati anni sono inseparabili
Tutti vorremmo essere il Panatta o il Bertolucci di qualcuno. I due ex campioni di tennis sono la coppia d’amici per eccellenza quella che dura tutta la vita perché sa manifestare l’affetto in modo non usurante: attraverso la presa in giro. Protagonisti come quando erano in campo Adriano Panatta e Paolo Bertolucci hanno i capelli ormai tendenti al grigio e qualche chiletto di troppo, eppure lo sguardo è sempre guizzante. Soprattutto insieme, uno accanto all’altro, come in un lunghissimo doppio.
Il loro sui social è uno show, un botta e risposta continuo fatto di scherzi, ironie, battute, affetto. “La squadra“, la docuserie firmata Sky Original sulla mitica formazione che vinse la Coppa Davis, ha riproposto i due campioni, due ragazzi che si sono conosciuti e mai lasciati E ora i messaggi che magari prima si mandavano in privato li condividono su Twitter. La bella serie tv dedicata allo squadrone di Coppa Davis si reggeva sulle loro punzecchiature, una partita dialettica che dura da oltre mezzo secolo e si arricchisce ogni giorno di un nuovo scambio.
Per gli imminenti settant’anni di Bertolucci, il settantaduenne Panatta ha scritto sui social di essere indeciso tra quattro regali: pannoloni, apparecchio per l’udito, medicinali per la prostata e telecomando salvavita. La risposta dell’amico è stata degna di uno dei suoi famosi rovesci lungolinea: “Caro Adriano, trovo misero il tentativo di riciclare i regali ricevuti per il proprio compleanno“.
Mi piacerebbe che quei due tenessero corsi anti-livore per gli assatanati del web, insegnando loro come ci si sfotte in pubblico senza odiarsi. Lo sfottò è la forma più sublime d’amicizia e di amore. Dire «Ti amo» a chi ami è tautologico, spesso retorico. Ma dire «ti amo» con una pernacchia, ecco l’amore vero. La grande fortuna di un libro non eccelso come “Love story” erano i dialoghi tra i due innamorati, dove il romanticismo era sempre in controluce, mentre il tono letterale appariva brusco, quasi sprezzante. Il bene evapora e il male intossica, è solo nell’agrodolce che i sentimenti veri si conservano.