Elezioni, Crisanti candidato è un virus del Pd

Lo scienziato anti-Covid correrà per i dem nella circoscrizione Europa. Eppure ha contrastato duramente le scelte del governo su zone rosse e restrizioni

Il Pd di Enrico Letta ha deciso di affidarsi proprio al parassitologo Andrea Crisanti per rendere virale la campagna dem in vista del voto del 25 settembre. Poverino, scrive Libero, forse non ha capito bene chi si è messo dentro casa: un over the top, certo, scienziato di prima grandezza proveniente dall’Imperial College di Londra, poi direttore del Dipartimento di Medicina molecolare all’Università di Padova, uomo di chiara fama televisiva ma pure molto, molto di più. Il Partito democratico lo scoprirà, come sempre, se e quando Crisanti sarà eletto nella circoscrizione Europa in cui è stato collocato. Ecco, figuratevi uno come lui, salito alla ribalta per aver prima collaborato e poi stralitigato con il governatore del Veneto Luca Zaia durante la prima ondata di Covid-19, sottoposto alla disciplina di un partito-apparato abituato a una verticale di comando ispirata al centralismo democratico del vecchio Pci. Sai le risate. Perché Crisanti sarà pure di sinistra, come ha appena dichiarato, ma soprattutto è uno che obbedisce a sé stesso e se ne frega delle altrui opinioni. Ergo: ingaggiarlo come un feticcio antipandemico espone i suoi impresari a effetti collaterali imponderabili ma di sicuro spassosi.

Crisanti, possibile addio alle mascherina all'aperto
Andrea Crisanti (screenshot video YouTube)

Per esempio l’uso delle mascherine nei luoghi chiusi, tema su cui il nostro parassito-f logo si è mostrato abbastanza oscillante, ma da ultimo perfino concorde con l’alter ego Bassetti nella convinzione che “dal punto di vista epidemiologico far tenere la mascherina in classe e negli altri luoghi chiusi è una scelta inutile“. Ma se procediamo a ritroso troviamo anche una rumorosa sconfessione preventiva dei vaccini – “senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia… non sono disposto ad accettare scorciatoie” nonché uno scetticismo insistente sull’ipotesi di inoculare le donne gravide.

Crisanti da contestatore incallito a candidato con quelli che contestava

Il professore
Il professore Andrea Crisanti (foto Ansa)

Quanto alle ultime sortite degne di nota, giusto un mese fa, alla vigilia del concerto romano dei Maneskin, Crisanti se ne usciva così, candidamente: “Se questa sera oltre 60mila giovani si divertiranno e non faranno attenzione durante il concerto, è probabile che parte di essi si infetterà sviluppando una malattia molto lieve che contribuirà all’immunità“. Ovvero: «Il fatto che il virus circoli non è necessariamente negativo perché supplisce al fatto che le persone non si sono vaccinate.

Come a dire: è il modello sanitario di contenimento che è fallito, non certo il nostro senso civico di cittadini vaccinati… visto che «in questo momento siamo più protetti dai guariti che dai vaccinati perché negli ultimi sei mesi con la malattia si sono immunizzati circa 20 milioni di Italiani. Paradossalmente il virus più circola e più induce protezione nella popolazione. Chiamatela, se volete, eterodossia oppure sincerità. Fatto sta che la visione di Crisanti stride non poco con la narrazione claustrale e colpevolizzante di Speranza e del “suoCts, contro i quali non a caso l’epidemiologo messo in lista ha polemizzato senza sconti. Perché candidarlo, dunque? Per disporre d’un santino apocalittico (ma sempre rassegnato) dai banchi dell’opposizione al futuro governo di Giorgia Meloni? Oppure, in caso di vittoria della sinistra, per affidargli la lotta contro Centaurus e le successive varianti in arrivo dall’autunno in poi? In entrambi i casi, c’è da scommettere che Crisanti li farà impazzire tutti e sarà primo a finire nel prossimo Gruppo Mist

Gestione cookie