Falsi attestati di sicurezza sul lavoro: accuse gravi, boom di indagati

Una indagine dei Carabinieri si è trasformata in una serie di misure per molte persone indagate: gravi accuse e affari record.

Una sorta di commercio di “attestati falsi”, scoperto dai Carabinieri che sono partiti da alcuni documenti ed hanno scoperto poi un mondo fatto di permessi all’apparenza regolari, e invece del tutto falsi.

Carabinieri truffa documenti attestati falsi
I carabinieri hanno smantellato la rete © Ansa

I militari dell’arma hanno smantellato una rete di attestati a beneficio di imprenditori e clienti imprenditori di ogni genere con la necessità di dimostrare agli enti di vigilanza che le loro imprese erano in linea con le regole di sicurezza sul lavoro. Quegli attestati però erano del tutto falsi, e sono 20 al momento gli indagati. Le accuse sono molto gravi nell’inchieste denominata “Fake Courses”. I sospetti su una lunga serie di regole aggirate con il rischio di mettere a repentaglio l’incolumità dei lavoratori, si sono trasformati in una lunga serie di documenti sequestrati.

Falsi attesati sul lavoro: accuse gravissime e giro d’affari record

Carabinieri
Sono 20 le persone indagate © Ansa

I Carabinieri della sezione di pg presso la procura di Termini Imerese e il nucleo di ispettorato del lavoro di Palermo, con l’ausilio di varie stazioni dei militari in provincia, da Misilmeri a Ciminna, hanno portato avanti l’indagine che si è tradotta in una valanga di denunce. Le persone indagate dovranno rispondere a vario titolo di truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica ed esercizio abusivo della professione di medico.

In sostanza venivano forniti loro attestati di ogni tipo per aggirare le regole, e che spiegano anche una serie di infortuni sul lavoro. Molte persone impiegate svolgevano le loro mansioni sulla base di attestati falsi e senza alcun tipo di conoscenza dei rischi in un sistema organizzato nei minimi dettagli. Bastava fornire la cifra in una sorta di tariffario e in breve tempo si ottenevano documenti all’apparenza regolari. Il tutto per un giro d’affari di svariate centinaia di migliaia di euro.

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