Elezioni, la Lega punta sulle donne, Meloni chiama Tremonti

Salvini sceglie Milano, Giorgetti rappresenta la coalizione all’uninominale. Fratelli d’Italia conferma gli uscenti, Berlusconi fa i conti con la penuria di posti

l primo a tagliare il traguardo è Matteo Salvini. Subito dopo pranzo, la Lega è già pronta ad annunciare i candidati nei collegi uninominali, anche se qualche limatura nelle liste proporzionali, ancora ’coperte’, è evidentemente necessaria. Il fiore rosa all’occhiello, però già campeggia: 56% di presenze femminile, e vediamo un po’ chi fa di meglio. Il Capitano ha scelto di riportare nel Parlamento sforbiciato dalla riforma l’intero gruppo dirigente del Carroccio. Poche le new entry di rilievo, la principale è l’ex magistrata Simonetta Matone che correrà per un collegio uninominale della Camera a Roma, mentre al Senato ci sarà l’avvocatessa Giulia Bongiorno. Il leader, al contrario, ha deciso di candidarsi solo nel proporzionale a Milano.

Il trio
Un incontro tra Berlusconi, Salvini e Meloni a casa del Cavaliere (foto Ansa)

Negli altri due quartier generali del centrodestra, FdI e FI, si respira un’aria opposta: rilassata in via della Scrofa, decisamente tesa nell’alto comando azzurro, dove – per chiudere le liste – i più pessimisti pronosticano che bisognerà attendere domani. La differenza sta nel pallottoliere: il partito della Meloni conta di raddoppiare i 58 parlamentari attuali. I tre addetti ai lavori, La Russa, Lollobrigida e Donzelli, buttano giù nomi in scioltezza per tutto il giorno in attesa dell’arrivo negli uffici, per l’ennesima ’riunione tecnica’ delle altre delegazioni.

Compilazione delle liste fin troppo facile, ci sono Nordio e Tremonti

Matteo Salvini
Matteo Salvini (foto ANSA)

“Mai vista una compilazione delle liste così facile”, commenta qualcuno. Ma Giorgia è una politica all’antica: per prima cosa ha scelto di garantire il rientro degli uscenti, in seconda battuta ha chiesto di selezionare i nomi emergenti nei territori, solo in terza battuta apre al pattuglione scintillante dei nomi altisonanti e di gran richiamo. Molti sono ex azzurri: l’ex presidente del Senato Marcello Pera, incaricato di una missione speciale: le riforme istituzionali. L’ex magistrato Carlo Nordio e l’ex dominus dell’Economia, Giulio Tremonti. Se la candidatura dell’ex campione di Formula Uno, Emerson Fittipaldi è sicura, in forse un paio di nomi pesanti: l’ex ministro degli Esteri di Monti, Giulio Terzi di Sant’Agata, il manager Andrea Abodi e Massimo Gandolfini, organizzatore del Family day, una figura cioè di spicco della destra cattolica. Seggio sicuro per Nello Musumeci, l’ex governatore della Sicilia che con il suo passo indietro alle regionali ha permesso di sciogliere un nodo aggrovigliato per mesi. Opta per il Parlamento italiano Raffaele Fitto: ufficialmente l’indecisione era tra Roma e Bruxelles, in realtà la lista di fedelissimi per cui reclamava seggi sicuri è lunga persino per i forzieri di FdI.

Forza Italia sconta la penuria dei posti. Tanto che persino un generale come Maurizio Gasparri dovrà sudarsi l’elezione nel Lazio, mentre la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, non è contenta: insisteva per un collegio nel Veneto, invece correrà in Basilicata. Certo, i fedelissimi di Silvio ci saranno tutti: il vice Tajani, di ritorno dall’Europa, candidato nel Lazio alla Camera. L’immancabile Licia Ronzulli assieme ad Anna Maria Bernini, la fidanzatissima Marta Fascina. Perde molte posizioni (secondo alcune voci per ostilità femminili) Annaelsa Tartaglione “solo” capolista proporzionale in Molise: complicata la rielezione. Nel collegio uninominale della regione correrà Cesa (Udc). La quarta gamba del tavolo della destra stando ai sondaggi è fragilissima: neppure mettendo in una unica lista quattro formazioni è certo il passaggio della soglia di sbarramento

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