Elezioni, la Lega chiude le liste in attesa della Meloni. FI, ancora dubbi

Matteo Salvini taglia per primo il traguardo delle liste: tensioni all’interno di Forza Italia, sono tanti i nodi da sciogliere.

Poche ore e le liste elettorali del centrodestra saranno ufficiali. Matteo Salvini ha tagliato per primo il traguardo e ed ha ufficializzato i suoi candidati agli uninominali di Camera e Senato.

Il presidente
IL presidente e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi (foto Ansa)

Manca all’appello Fratelli d’Italia, ma le tensioni si registrano in Forza Italia. Berlusconi sa bene che alcuni tagli saranno dolorosi, e potrebbe a breve esserci un vertice dopo una notte di lavoro per trovare accordi e far quadrare il tutto senza malumori. Non è chiaro se ci sarà un summit in Sardegna, ma le liste non sono al momento chiuse. Spuntano però i nomi e seggi già definiti certi. La corsa contro il tempo è partita quindi, e da un momento all’altro potrebbero arrivare le decisioni definitive.

Centrodestra, Forza Italia a lavoro sulle liste: alcuni nomi sono già emersi

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Giorgia Meloni sta valutando tutti i nomi e le candidature (Ansa)

Valentina Vezzali dovrebbe essere capolista nella lista plurinominale. Forza Italia punta sulla pluricampionessa olimpica di fioretto e attuale sottosegretaria allo sport nella sua terra d’origine, le Marche. Anche altri nomi dovrebbero essere ormai certi. Berlusconi sarà nell’uninominale di Monza e capolista in 5 circoscrizioni al proporzionale. Marta Fascina dovrebbe avere invece un seggio blindato in Lombardia o in Campania.

La Casellati è sicura di un seggio ed era data in corsa in Veneto ma nella regione dovrebbe invece essere messa in campo la candidatura di Annamaria Bernini. Tempo di ultimi ritocchi quindi, ma anche di difficoltà. I tagli saranno molti infatti, e tutto dovrebbe essere rinviato a stasera. L’ultima parola spetterà quindi a Giorgia Meloni in un puzzle di nomi che a breve sarà svelato. La leader di Fdi starebbe valutando attentamente tutti i nomi. Filtra poco o nulla se non la convinzione di dover mettere in campo il meglio della classe dirigente.

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