L’utilizzo del cellulare è sempre più frequente e molto spesso viene usato anche in circostanze in cui non si dovrebbe: ecco tutti i rischi che si corrono
Ormai il telefono è diventato un accessorio del quale non si può fare a meno: è utile per inviare mail di lavoro, consultare le strade migliori da percorrere, prenotare visite, viaggi e ristoranti; per non parlare dei social, con i quali riusciamo ad essere connessi praticamente 24 ore su 24.
Le telefonate ed i messaggi sembrerebbero quasi passati in secondo piano, visto che le funzioni degli smartphone oggi sono numerose. Ad ogni modo è bene tenere sotto controllo l’uso sfrenato del dispositivo, che talvolta può far correre rischi troppo grandi e conseguenze che mettono perfino in pericolo di vita.
Cellulare, ecco quando è severamente vietato utilizzarlo
Anche in macchina l’utilizzo del telefono è diventato costante e sicuramente evitare di maneggiare lo smartphone alla guida è la prima indicazione da seguire. Fermo restando che ci sono delle multe salate per chi viene pizzicato con il cellulare quando è al volante, che vanno dai 165 auro ai 1.697, la conseguenza più grave è sicuramente che si può rischiare di compromettere la propria vita e quella degli altri.
Quante volte per rispondere ad un messaggio si distoglie l’attenzione dalla strada? Quante volte per fare un video da postare sui social mentre si guida, si fanno manovre pericolose? Tutti gesti che si pensa, erroneamente, non possano arrecare danni mentre invece si rischia la vita ogni volta che ci si distrae alla guida. Il cellulare è senza dubbio un oggetto che può aiutare in tantissime circostanze, utilizzarlo con le dovute accortezze è il primo passo per scongiurare tragedie. Purtroppo in macchina basta una minima disattenzione e si può danneggiare se stessi e gli altri. Massima prudenza quindi, il messaggio tanto urgente al quale si deve rispondere per forza, potrà sicuramente attendere qualche minuto o, in alternativa, è bene fermarsi con l’auto ed effettuare tutte le telefonate che si desiderano.
