In merito all’attentato che ha visto, come vittima, la figlia dell’ideologo russo Aleksandr Dugin, Darya, ha voluto dire la sua il politologo Edward Luttawak. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni della ‘Repubblica’
La Russia è ancora sconvolta per l’attentato che ha visto, come vittima, Darya Dugina. Quest’ultima era la figlia dell’ideologo di Vladimir Putin, ovvero Aleksandr Dugin. Per molti la sua morte si tratta di un vero e proprio messaggio al numero uno del paese invasore. Per alcuni, invece, si tratta di una mossa che ha messo ancora più in difficoltà il paese russo che sperava di effettuare una “operazione militare” in breve tempo (il conflitto dura da ben sei mesi).
Proprio come il politologo americano Edward Luttwak che, nelle ultime ore, ha rilasciato una intervista al quotidiano ‘La Repubblica‘ dove ha voluto ribadire la sua in merito all’attacco che ha visto la morte della Dugina. Per Luttwak non ci sono dubbi: si tratta di un attacco che pone alla stessa Russia un problema strategico. In questo modo la obbliga ad utilizzare più uomini e risorse. “Diventa una sfida complessa da affrontare, sia in Crimea che in altri luoghi“.
Per il politologo il Cremlino deve pensare a potenziare la sicurezza interna e che allo stesso Dugin verrà assegnata una scorta. Anche se, questo attacco, è un chiaro segnale di pericolo anche nei confronti di governatori, consiglieri e politici. “Tutto ciò destabilizza la società e rende ancora più difficile la prosecuzione della guerra senza la mobilitazione generale e distrae risorse necessarie al fronte“.
Anche se di attentati contro obiettivi civili, Luttwak non vede alcun tipo di rischio: “Produrrebbero una reazione opposta a quella desiderata. Adottando una linea come quella dei palestinesi, ovvero bombardando cinema, supermercati o matrimoni la gente verrebbe motivata a difendere il paese, rafforzando la mano di Putin“. In conclusione, per l’americano, si continuerà a puntare su obiettivi militari o politici e non sui civili.