Pesante ammissione del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sulla gestione dell’emergenza Covid
Non un vero e proprio passo indietro, ma quasi. Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, ha voluto dire la sua in merito alla questione del Covid. Un problema che, dopo due anni e mezzo, non è stato per nulla risolto. Anzi, con le nuove varianti la situazione non è cambiata affatto ed il numero dei contagi rimane sempre alto non solo nel nostro paese. Per Sileri non ci sono dubbi: “Non abbiamo coinvolto gente come Remuzzi, Zangrillo, Galli, Mantovani, Bassetti, Burioni, Vaia. Andavano inseriti in una task force del ministero. Invece ci fu una chiusura politica verso le indicazioni della scienza e anche verso il territorio”.
Non solo, ha continuato dicendo: “Avremmo dovuto costruire un nucleo centrale. Forse ci saremmo risparmiati i banchi a rotelle. Invece non c’è stata capacità, e forse neppure voglia, di fare squadra. Travolti dall’emergenza, alcuni persero la testa. Il governo si mise subito in contrapposizione con le Regioni“.
Covid, tiratina d’orecchie di Sileri a Letta e Crisanti
“Il Comitato Tecnico Scientifico, nel quale non figuravano eccellenze mediche, decideva tutto e il governo applicava, con qualche correzione politica e qualche altra ideologica” ribadisce. Poi ha voluto dire la sua in merito alle ultime dichiarazioni sia del segretario del Partito Democratico, Enrico Letta che del suo candidato, Andrea Crisanti: “Sono dichiarazioni che non hanno senso. Non sono vere, il virus non va buttato in politica e poi veniamo da un’esperienza di governo di unità nazionale nella quale Lega e Forza Italia hanno votato tutti i provvedimenti in materia di Covid“.
In conclusione la sua sulle dimissioni di Mario Draghi: “Non aveva più la spinta necessaria. Sarebbe rimasto fino alla fine per dovere verso le istituzioni. Se ha mollato è perché non si poteva più andare avanti in una situazione di così alta conflittualità“.