Gas, prezzo record: ecco cosa succederà in inverno

Dalla situazione incandescente che c’è tra Russia e Ucraina, la situazione delle materie prime potrebbe innescare un’escalation

Sono previsti aumenti fino al 60 per cento per il prezzo del gas russo. L’annuncio è stato fatto da Gazprom, che prova così ad alzare il livello di allarme parlando di un costo da 4mila dollari per mille metri cubi, con aumenti record. Se così fosse le conseguenze per il nostro Paese dal punto di vista dei consumi e delle bollette, sarebbero drammatiche.

Il rischio
Un operaio mentre lavora ai convertitori della centrale del gas (foto Ansa)

Come spiega Money.it, infatti, bisogna innanzitutto considerare alcune variabili: la prima riguarda gli stoccaggi. Al momento l’Italia ha superato il 76 per cento del riempimento dei magazzini: l’obiettivo è raggiungere l’80 per cento entro l’autunno e il 90 per cento entro l’inverno. Un obiettivo che sembra al momento raggiungibile.

Conseguenze: spegnimento delle luci e dei monumenti la sera la chiusura e la anticipata dei negozi

Il rischio
Uno dei misuratori di gas nella centrale russa (foto Ansa)

Ma attenzione perché un taglio dei consumi quasi certamente ci sarà in ogni caso, anche per adeguarsi al piano dell’Unione europea, al momento solo volontario ma che potrebbe diventare obbligatorio in caso di emergenza, per esempio a fronte di una nuova riduzione dei flussi di gas dalla Russia. Per l’Italia il taglio consiste in una riduzione dei consumi del 7 per cento. Cosa sarà tagliato? Tra le ipotesi più probabili ci sono lo spegnimento delle luci e dei monumenti la sera, oltre che la chiusura anticipata dei negozi. Non sarebbe poi da escludere la riduzione dell’utilizzo dei riscaldamenti: la temperatura massima potrebbe scendere a 19 gradi sia nelle abitazioni private sia negli uffici pubblici, con l’accensione ridotta di una o due ore per i termosifoni condominiali.

C’è poi la questione delle bollette. L’aumento dei prezzi potrebbe significare tariffe più care per luce e gas, soprattutto nel caso in cui il nuovo governo non decidesse di intervenire per calmierare i prezzi, confermando l’azzeramento degli oneri di sistema anche per l’inizio del 2023.

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