Sui social vendeva pezzi di resti umani: in manette il “mostro”

Una notizia che ha fatto immediatamente il giro del web. D’altronde non potrebbe essere altrimenti visto che si tratta di un avvenimento che fa venire davvero la pelle d’oca. Il titolo già parla chiaro. Potrebbe trattarsi della trama di un film horror. Purtroppo, quello che vi stiamo per raccontare, è tutto vero

Un qualcosa che fa venire davvero il freddo addosso perché fa pensare fino a dove può arrivare la mentalità di un essere umano. Qui, però, siamo andati decisamente oltre (e questo non è affatto un segnale positivo). Ci troviamo negli Stati Uniti D’America dove l’FBI è riuscita ad individuare ed arrestare un uomo che su Facebook vendeva pezzi di resti umani. Sì, avete letto proprio bene.

Vendeva pezzi umani su Facebook
Polizia americana (Ansa Foto)

Precisamente in Pennsylvania. Un uomo avrebbe cercato di comprare dei resti umani di una donna dell’Arkansas e poi rivenderli su Facebook. Si tratta di Jeremy Lee Pauley, un uomo di 40 anni, che adesso rischia davvero grosso. Le accuse nei suoi confronti sono inevitabilmente pesanti: tra questi spunta l’abuso di cadavere e ricettazione. A quanto pare i resti di questa donna sono stati rubati da una impiegata che li avrebbe venduti allo stesso Paulley per 4mila dollari.

USA, comprava e rivendeva su Facebook pezzi di resti umani: arrestato

Vendeva pezzi umani su Facebook
Arrestato Jeremy Lee Pauley (screenshot video YouTube)

Secondo le prime ricostruzioni da parte dell’FBI pare che l’uomo sia solito comprare e rivendere sul web ossa e denti che prima restaura. Adesso, però, era passato ad un altro livello a dir poco inquietante: mezza ed intera testa, tre cervelli, un cuore, fegato, polmone, due reni, bacino femminile, quattro mani e un busto con un capezzolo.

Doveva ricevere la merca dalla donna, ma la polizia ha sventato il tutto ed è intervenuta giusto in tempo ed ha fatto in modo che tutto questo non avvenisse. Un episodio che ha inevitabilmente sconvolto l’intero paese che, oramai, non sta parlando d’altro.

Gestione cookie