In una intervista concessa al Mattino, la ministra uscente fa una panoramica generale di quello che sta succedendo e delle sue idee
E’ uscita da Forza Italia, sbattendo quasi la porta. In silenzio, ma il rumore è stato fragoroso. Prima lei, poi la Gelmini. E’ andata da Calenda, sorprendendo per la scelta, anche se poi, ragionandoci bene, non così tanto. Ora fa parte dell’ormai nominato Terzo polo, ma per Mara Carfagna non si sono sorprese anzi lei non vede l’ora di misurarsi e, in una intervista concessa al Mattino, spiega: “Se sono soddisfatta? Sì certo. Sarà una bella battaglia per il Sud e sono sicura che AzioneItalia Viva avrà soddisfazioni soprattutto in quell’area: siamo i soli che difendono senza se e senza ma le opere del Piano nazionale di Ripresa, cioè la principale speranza di riscatto per 20 milioni di cittadini meridionali“.
Correrà in Campania e nei 4 plurinominali pugliesi. La prima è casa sua, la seconda? Perché ha scelto la Puglia? “Abbiamo concordato con Carlo Calenda l’assetto al tempo stesso più rispettoso delle competenze e più competitivo per le nostre liste. Conosco bene la Puglia, ne ho studiato con attenzione le potenzialità e le difficoltà sia quando abbiamo dato vita al Cis Brindisi – Lecce, che finanzierà progetti per 184 milioni di euro in 22 Comuni delle due province della costa adriatica, sia quando abbiamo portato a termine il Cis Taranto, che consente tra l’altro il ritorno della grande nautica nell’area ex Yard Belleli, un progetto con una ricaduta occupazionale di circa 200 persone. Credo di poter parlare ai pugliesi di problemi, progetti e soluzioni con cognizione di causa“.
“Vogliamo assolutamente difendere il Sud”
Restando al Sud, dove i sondaggi danno in vantaggio il centrodestra, colpisce come ci siano molti candidati paracadutati. I due elementi possono creare un problema di rappresentanza in Parlamento? “È la legge elettorale a creare problemi di rappresentanza. Tutti lo riconoscono, nessuno dei vecchi schieramenti ha avuto il coraggio di cambiarla per timore di perdere posizioni già acquisite». In Campania correrà anche Berlusconi. Probabilmente vi incrocerete in campagna elettorale. Teme il confronto? Se lei si è spostata verso il centro, Forza Italia invece è andata a destra. “Non ci sarà un confronto diretto, lui è candidato al Senato e io alla Camera. E la mia intenzione non è certo quella di fare una campagna contro qualcuno. Piuttosto, intendo rivendicare uno per uno i risultati ottenuti nei 18 mesi del governo Draghi per il Sud, per Napoli, per la Campania. Risultati mai visti: penso, solo per citare un esempio, ai 280 nuovi plessi per asili nido e scuole per l’infanzia finanziati con gli ultimi bandi Pnrr in Campania. Ai 506 nuovi posti al nido aperti già quest’ anno a Napoli grazie ai Lep e all’investimento di quasi 4 milioni di euro. O al grande Contratto istituzionale di sviluppo per l’area Vesuvio-Pompei-Napoli Est, o al milione di euro messo a disposizione per la videosorveglianza a Caivano. Parleremo di impegni già rispettati e della realizzazione di progetti già avviati, non di promesse“.
Cosa risponde a chi sostiene che votare una terza forza è un voto sprecato? “Se in Italia avessimo avuto una terza forza fedele fino in fondo ai valori liberali ed europeisti, se questa terza forza fosse stata consistente, Mario Draghi sarebbe ancora al suo posto e gli italiani sarebbero meno spaventati dal caro-bollette, dall’inflazione e da una possibile crisi d’autunno. Il voto sprecato, sbagliato, che sistematicamente tradisce le speranze dei cittadini e dell’Italia, è quello agli estremisti e agli irresponsabili“. Letta e Renzi ieri hanno ricordato che l’ultima volta in cui ci fu una maggioranza di centrodestra e lei c’era l’Italia rischiò il default. È un rischio che potrebbe riproporsi? “Non ho la sfera di cristallo, e tra l’altro ritengo le due situazioni imparagonabili. Il futuro governo erediterà un’Italia in piena crescita, oltre il 6,5 per cento nel 2021 e oltre il 3 per cento nel 2022, titolare di investimenti europei per quasi 200 miliardi di cui 82 destinati al Sud. Il vero rischio è sciupare questa irripetibile occasione, un rischio molto concreto visto che la destra ha nel suo programma la ricontrattazione del Pnrr“.