Grave atto vandalico contro la Meloni: manifesto attaccato a testa in giù

Un manifesto elettorale della leader di Fratelli d’Italia è stato attaccato a testa in giù vicino a Torino. Nel silenzio generale

Prima i vecchi video spuntati fuori all’improvviso, poi il tentativo di travisare alcune frasi di un discorso, infine un vero e proprio attacco, con un manifesto odioso. Giorgia Meloni continua a subire attacchi di ogni tipo. L’ultimo episodio è avvenuto in Piemonte, regione dove tra qualche giorno la leader di Fratelli d’Italia si recherà per continuare la sua campagna elettorale.

A Grugliasco, comune di 36.000 abitanti alle porte di Torino, è comparsa un’immagine che ritrae Giorgia Meloni a testa in giù. Lunedì 22 agosto, nei pressi della fermata del bus La Salle, qualcuno ha deciso di attaccare al contrario il manifesto elettorale della leader di Fratelli d’Italia, accompagnando il gesto con una scritta carica di odio: “Fasci appesi”. Un chiaro riferimento a Benito Mussolini. Un modo squallido di attaccare un’esponente politico. L’ennesimo riferimento al passato, condito con la giusta carica di odio, figlio di una campagna mediatica che continua da settimane e nei confronti della quale la stessa Meloni si è esposta in prima persona. “Continuano le deliranti mistificazioni della realtà da parte della sinistra nei miei confronti”, aveva dichiarato ieri in un lungo messaggio su Twitter.

La risposta del gruppo Trasporti

Al momento nessun esponente politico (neanche che si è scandalizzato per i video dello stupro di Piacenza postati dai quotidiani e ripostati dalla Meloni), si è sentito in dovere di dissociarsi di fronte a questo manifesto o di esprimere solidarietà verso una vera e propria minaccia. A parlare è stato invece il Gruppo Torinese Trasporti, che ha rimosso il manifesto e precisato che  la campagna “è frutto di accordi commerciali intercorsi fra il privato, in questo caso un partito politico, e la concessionaria pubblicitaria AVIP, vincitrice di gara, cui fanno capo gli spazi menzionati e che ha offerto a tutti i partiti uguali condizioni economiche”.

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