Non solo patatine e hamburger, la dura vita dei dipendenti dei fast food

I dipendenti di varie catene di fast food, da McDonald’s a Burger King e non solo, raccontano sui social la loro esperienza lavorativa

Un’inchiesta del Daily Mail, che ha raccolto centinaia di messaggi anonimi pubblicati sui social, ha ricostruito la vita reale dei dipendenti delle varie catene di fast food, scoprendo cosa può celarsi dietro un Big Mac o un Chicken Royal, tra sesso, droga e scarsa qualità di quello che mangiamo.

Non è tutto rosa e fiori per i lavoratori dei fast food –

C’è qualcuno che comincia addirittura a chiedersi se è giusto lavorare per queste grandi catene, oramai delle multinazionali tra le più aggressive e inquinanti del pianeta. Per rifornirle di carne vengono uccisi milioni di animali ogni anno in un olocausto di dimensioni anche difficilmente immaginabili. Per fare posto agli allevamenti vengono abbattute intere foreste e le emissioni di gas serra prodotte dalla combinazione di allevamento e disboscamento sono drammaticamente alte.

Che la vita dei lavoratori di Mc Donald’s o di Burger King e altre famose catene di fast food non fosse tutta rosa e fiori dietro valanghe di patatine e cheeseburger che fanno felici oramai non più soltanto i bambini, era risaputo da tempo, ma quello che un’ inchiesta del noto giornale britannico ha portato alla luce è ancora più inquietante. Una carrellata di episodi, veri o presunti, raccontati sul social di messaggi anonimi “Whisper” da dipendenti di tutto il mondo. Il Daily Mail li ha messi insieme e in poco tempo sono diventati virali, così si scopre che per rendere meno monotone e alienanti le giornate lavorative i dipendenti trovano modi diversi per farle trascorrere.

Sesso, droga e carne di bassa qualità

“Non abbiamo un vero formaggio e tu pensi anche che la carne lo sia?”, esordisce così in maniera anonima una persona che sostiene di lavorare in un fast food a Fort Wayne, nell’Indiana, raccontando che il formaggio, così come la carne, non sono veramente tali; un impiegato, dall’Arizona, invece, rivela di essere “l’unico al lavoro a non essere fatto di coca”, sottolineando “manager inclusi”. O  quella rivelazione anonima di un impiegato di un McDonald’s a Los Angeles che è andata anche oltre, affermando che un giorno, entrando nella stanza frigo, aveva trovato due manager del fast food fare sesso.

Nessuna regola

Veri o presunti, frutto di scherzi o storie reali protette dall’anonimato, leggendo la carrellata di messaggi ne appaiono alcuni che potrebbero anche essere utili per i futuri clienti, ad esempio, uno riguarda il momento di pagare il conto, dal Montana, infatti, un anonimo ha rivelato di segnarsi il nome di ogni bella ragazza che paga con la carta di credito, per poi di cercarla su Facebook, senza “nessuna remora”. Un dipendente di un  Burger King nel Michigan ha confessato di detestare i frappé di latte a causa della difficoltà nel prepararli, per questa ragione li carica di sciroppo per renderli disgustosi e far passare la voglia di richiederli, un altro ha detto di essere arrivato a sputarci dentro! Insomma ne emerge un quadro talmente inquietante da far addirittura passare la voglia di frequentarli.

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